RECENSITO! AVENGED SEVENFOLD

Avenged Sevenfold è l'ultimo lavoro della band omonima, uscito negli ultimi mesi del 2007 e presentato come un pezzo pregiato dell'editoria musicale nazionale. In realtà è un buon cd, ma niente di così straordinario come ho letto: ha poco di metallico (come del resto sottolinea il singer della band) e parecchio di commerciale. Avevo deciso di ascoltarlo dopo aver letto che questa band riproponeva con gran stile e modernità le (a me tanto care) sonorità metal anni '80, ma in realtà dopo qualche canzone mi sono accorto che proprio non è così. La musica è buona, abbastanza tosta, ma a volte specie nelle parti cantate la band eccede in parti melodiche, commerciali in vago stile emo. Insomma, se cerchi qualcosa di duretto che però non è metal e non spacca troppo, questo disco può andarti bene: è godibile al primo ascolto, vario soprattutto nelle prime 4-5 canzoni.; meno interessante la seconda parte. Un punto a favore della band è la voce di Matthew Shadows, particolare e ruvida ma discretamente poliedrica.

CANZONI. L'album si apre con "Critical Acclaim", che dopo un avvio solenne esplode in potenti riff chitarristici. Song esplosiva e potente, cantata con un curioso botta e risposta tra sussurrato e cantato normale. Buon ritmo, bel ritornello, un pò meno la morbida parte melodica finale. Segue "Almost Easy", un buon crescendo di sensazioni prima aggressive e poi più emozionali. Troppo mielosa la parte melodica. Buona traccia è anche "Scream", coinvolgente e orecchiabile con tanto di finale incazzoso. Introdotta da arrangiamenti orchestrali, "Afterlife" incede misteriosa e poi si apre, diventando molto orecchiabile e ben spendibile radiofonicamente. Solo in una parte centrale si fa più aggressiva, con un potente assolo, prima di tornare a sonorità più... popolari. "Gunslinger" è una ballata carina e mielosa, "Unbound (The Wild Ride)" è un altro pezzo orecchiabile. "Brompton Cocktail" non è velocissima e non attacca al primo ascolto. L'ottava traccia è "Lost", che dà una bella carica e utilizza riff vagamente metalcore. Il cantato tocca picchi di melodicità sempre più spudorati, venendo addirittura modificato da effetti elettronici; segue "A Little Piece of Heaven", una song stranissima... all'inizio sembra di ascoltare i Good Charlotte, ma poi diventa ancora peggio sfociando in sonorità simil-folk molto trash. La definirei bizzarra. Conclude il tutto una sentimentalissima ballata come "Dear God", piacevole.
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CONCLUSIONI. Insomma, cd carinissimo per carità; prosegue sul sentiero aperto da "City Of Evil", obbligato dopo gli inizi metalcore che minavano le corde vocali di Shadows. Però non è propriamente un lavoro di metallo robusto come si potrebbe immaginare leggendo certe recensioni.
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VOTO 6,5

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