HEAVY METAL HISTORY: 1970/1975
LA LEZIONE DEI BLACK SABBATH

OSCURA RIVOLUZIONE. Gli anni Sessanta volgevano al tramonto, sulle ali del sogno hippy. In Inghilterra, a Birmingham, non c'era spazio per prati e fiori, ma solo ciminiere e sangue gettato da precarie famiglie operaie. Come la famiglia Osbourne, con quel figlioletto così problematico, dislessico, vessato e deriso dai compagni di scuola e apparentemente inadatto ad un qualsiasi mestiere. Le aveva provate tutte, il giovane Ozzy, che ascoltava i Beatles e sognava di mettere su una band tutta sua. La stessa aspirazione che aveva Tony Iommi, il chitarrista bullo della scuola, ex rivale di Ozzy. Le strade dei due ragazzi si riallacciarono grazie ad un annuncio su un giornale: Ozzy si presenta come cantante, e nonostante le remore iniziali dinnanzi alla sua voce sgraziata e stonata, gli ingranaggi del destino iniziano a muoversi finalmente nel verso giusto. Iommi e Osbourne mettono assieme una band improvvisata, completata dal batterista Bill Ward e dal 'freak' Geezer Butler al basso. Il moniker iniziale è Polka Tulk Blues Band: suonano blues e jazz. Ma il destino già scritto per i quattro ragazzi di Birmingham è ben diverso. Il mondo dell'hard rock è in fervido movimento, con gli astri nascenti Led Zeppelin e Deep Purple che si fanno strada tra i Cream e i The Who. Ma la rivoluzione che Iommi e compagni stavano per mettere in scena sarà uno scossone ben più incisivo, e passa inevitabilmente attraverso il cambio di moniker. Prima in 'Earth', poi -per casi di omonimia- in Black Sabbath. L'alba dell'heavy metal sorge in quei giorni, tra un film horror italiano ed una canzone lenta e oscura venuta fuori quasi per caso. C'è chi dice che il moniker Black Sabbath derivi dalla locandina del film di Mario Bava 'I Tre Volti Della Paura', scelto da Butler che era appassionato di romanzi di magia nera e occultismo; altri dicono che sia stata una chiara dichiarazione d'intenti da sbattere in faccia a chi si aspettava una 'comune' rockband: una canzone e un appellativo così truce da far capire subito alla gente di aver a che fare con qualcosa di innovativo e terrificante. Mentre lentamente la band abbandonava le cover, il nuovo sound usciva naturale e opprimente dalle session dei ragazzi. La leggenda vuole che Tony Iommi sancì di fatto la nascita dell'heavy metal, in quanto aveva da poco perso due falangi nel suo ultimo giorno di lavoro in fonderia: questo comportò l'utilizzo di una protesi artificiale, che generava un suono metallico e pesante. In realtà fu la scelta di utilizzare una distorsione pesantissima a dare una dimensione più rocciosa al sound della band. Di fatto, l'ossessiva oscurità della musica dei Black Sabbath non stava solo nella chitarra pesantissima e nei suoi riffs lenti e malvagi, ma anche nella lunghezza dei pezzi, nel loro pessimismo e nel loro realismo, nei testi al limite del censurabile. Già, i testi, così spaventosi e provocatoriamente occulti, per molti satanici: inrealtà cantavano il disagio di una generazione e definirono il concetto di pessimismo, di 'nero', tipico della cultura heavy metal, in aperto contrasto con la società-bene. La prima canzone scritta fu chiamata proprio 'Black Sabbath' e lasciò un graffio profondo in chi l'ascoltò per le prime volte a cavallo tra Sixties e Seventies. Figure oscure, visioni terrificanti e sentimenti cupi infarcivano la musica dei Sabbath, cantata dalla voce ubriaca dell'imprevedile Ozzy Osbourne. Nulla era stato mai così estremo e blasfemo, prima di quel 1970. A differenza dei contemporanei Led Zeppelin e Aerosmith, i Sabbath affrontavano temi scottanti e occulti, oltretutto con una musica molto più pesante e meno melodica. In essa sfociava la rabbia e la paura di una generazione, quella dei ragazzi della classe operaia, quella di chi il sogno hippy lo aveva visto solo quando era già stato spezzato.

I SIGNORI DEL ROCK. L'uscita di 'Black Sabbath', venerdì 13 febbraio 1970, segnò una svolta epocale nella storia della musica dura. Il disco, che ruotava attorno alla drammatica titletrack e a brani occulti come 'The Wizard', lanciò la band in un confronto aperto con i giganti Led Zeppelin e Deep Purple. Ma se questi leggendari gruppi hard rock non cantavano che di sesso e motori, i Black Sabbath sbattevano la realtà in prima pagina, preoccupandosi delle difficoltà esistenziali e delle paure più inconfessabili. Cantavano il disagio, erano diretti e terribilmente spaventosi nelle tematiche come nella musica: lenta e ossessiva, pesante come un pachiderma stanco, arroccata su riff granitici e squadrati. La posizione egemone dei Deep Purple nella musica hard rock, rafforzata in quel periodo dall'uscita di 'In Rock', venne messa subito in discussione; e i Black Sabbath raddoppiarono l'attacco frontale dando alla luce il secondo album pochissimi mesi dopo il debutto. 'Paranoid', questo il titolo del lavoro, fu ancor più eclatante del suo fratello maggiore. In 'Paranoid' i Black Sabbath affossarono tutti i clichè che già si erano creati in pochi mesi, smentendo la fama di satanisti e occultisti grazie a testi ancora più maturi e complessi, come nel caso di 'Warpig', piccante manifesto antibellico e tradizionale bordata dai tratti maciullanti. Non solo: anche la musica del combo inglese ora si faceva più dinamica, affiancando ai riffs lenti e monolitici che stabilirono i canoni del doom metal alcune composizioni più dinamiche e dirette; è il caso della titletrack, che diventa una hit immediata e si collocherà inevitabilmente sul podio delle più celebri rock song della storia. Possenti e strascicati pezzi dal granitico profilo doom metal come Hand of Doom ed Electric Funeral vengono arricchiti da considerevoli striature architeturali, e proprio in Electric Funeral emergono allucinate tendenze psichedeliche, mentre Planet Caravan esplorava il lato più introspettivo ed acustico della band. L'heavy metal trova qui, e in composizioni sferraglianti come 'Iron Man', i suoi primi vagiti: la voce sgraziata di Ozzy Osbourne, il basso pulsante di Geezer Butler, il wall of sound imbastito dal drumworking di Bill Ward ed il fluido chitarrismo di Tony Iommi, superbo nelle vampate soliste e statuario nel prestante e roccioso riffing caratteristico, avevano dettato le regole da seguire per colpire in faccia il sistema e la società, ponendo le basi del nascente movimento heavy metal: intere generazioni avrebbero attinto da queste fondamenta.

SABBATH SENZA RIVALI. La tecnica musicale della band si accresce giorno dopo giorno, e i giovani rockers del Regno Unito iniziano ad entusiasmarsi di fronte al confronto tra i tre colossi dell'hardrock. Nel 1971 i Led Zeppelin sfoderano un asso come 'Led Zeppelin IV', ma Ozzy e compagni rispondono con 'Master of Reality', il disco che definisce la completa maturazione del combo di Birmingham: un macigno ancor più sinistro e robusto, un mix tra la cupezza di 'Black Sabbath' e il dinamismo di 'Paranoid', innervato dagli incredibili funambolismi di Iommi e ubriacato della voce sgraziata di quell'Ozzy Osbourne sempre più 'icona' marcia del rocker trasgressivo. Le sue esibizioni folli e le sue demenziali trovate sui palchi di tutto il mondo diventano vere e proprie leggende metropolitane che valgono al singer il nomignolo di 'MadMan'. Master of Reality prendeva gli spunti migliori dei due album precedenti, era ammorbato da un'atmosfera cupa, decadente, possente e malinconica, arroccato su composizioni squadrate e maciullanti come into the Void e la spettacolare, funerea Children of the Grave: la tracklist era un tombale e arcigno esercizio di heavy metal corposo e roccioso, scandito in pezzi dal riffato tellurico e da un ribassamento notevole nell'accordatura della chitarra: questa era avvertibile fin dagli esordi live dell'act inglese, che però nei primi due dischi aveva preferito rimanere accordata secondo gli standard. I Black Sabbath erano autentici maestri nella creazione di sonorità dure ed aitanti, intrise di decadente oscurità: ma la loro capacità evocativa dalle tinte dark emergeva anche in composizioni melodiche e strumentali assolutamente struggenti come Solitude ed Orchid. Nel 1972 la corsa a tre prosegue con due colpi pesanti piazzati dai Purple: l'album 'Machine Head' e il live 'Made In Japan', ritenuto all'unanimità uno dei migliori liveshow mai registrati. La risposta dei Sabbath non si fa attendere e si chiama 'Volume IV', disco in cui il rock progressivo e l'evoluzione tecnica della band si fanno spazio in pezzi ancor oggi assolutamente moderni e coinvolgenti, sostituendo con inediti sprazzi di melodia e psichedelia il tradizionale doom funerario del quartetto. La competizione ormai è praticamente crollata, perchè la potenza devastante e l'oscurità tagliente del wall of sound imposto dalla sezione ritmica della band sono praticamente ineguagliabili: e mentre gli Zeppelin si dissolvono nelle loro stesse sregolatezze, i Purple cercano di stare dietro alla corazzata di Iommi con affanno.

LA DECADE DEL SABBA. Quello che i Black Sabbath fanno in quegli anni '70 è assolutamente unico e seminale per l'evoluzione della musica rock. Ward e Butler innalzano un muro inespugnabile attorno al quale Iommi elabora avvincenti e melodiche trame funeree: Ozzy Osbourne completa il tutto con la sua voce agghiacciante, che si muove su trame e atmosfere sempre più variegate con lo scorrere del tempo. Nel 1973 'Sabbath Bloody Sabbath', caratterizzato da un'armonia nuova del rifferrama, dalla solita potenza senza compromessi e da una pulizia tecnica pressochè perfetta, sancisce la definitiva consacrazione di una band ormai matura e completa: una ventata rivoluzionaria coincide con l'ingresso in line-up del tastierista degli Yes, fattore che rende ancor più sofisticato e orientato al progressive Sabbath Bloody Sabbath. L'heavy metal è tutto lì, nei primi cinque dischi prodotti sotto gli stendardi sabbathiani. La differenza con i Purple è ormai netta e la band di Ritchie Blackmore appare nettamente surclassata dal punto di vista della potenza e dell'oscurità dei testi. Sul palco, Iommi stupisce con gli assolo e i riff prepotenti; Ozzy, invece, allibisce la folla con trovate oltre il limite della pazzia, e superfluo appare il voler citare gli episodi -veri o presunti tali- ormai celebri come il morso al pipistrello o i mille altri aneddoti che questo pazzo scatenato è riuscito a [far] costruire attorno al suo personaggio. Un personaggio che è indubbiamente parte integrante di tutta la cultura heavy metal.

UN'EVOLUZIONE NATURALE. La definizione di 'heavy metal band', ancora embrionale, calza a pennello alla formazione di Iommi e Ozzy: la linea di demarcazione che separe il loro sound 'heavy' dal rock tradizionale è ormai ben marcata ed evidente, e la 'corsa a tre' che divampava a inizio decennio si è esaurita in un inappellabile conclusione: sono i Black Sabbath i Signori della musica dura, padri delle sonorità più rocciose mai sperimentate e artefici di intuizioni stilistiche che verranno prese da esempio e riferimento per centinaia di nuovi gruppi nell'arco del mezzo secolo successivo. Nonostante i problemi di droga che affliggevano ormai i quattro ragazzi di Birmingham, costretti ad abusare di ogni tipo di sostanza per reggere col fisico a tour incessanti e concerti massacranti, la band va avanti per la sua strada e prosegue la sua crescita, sfociando in SABOTAGE e nell'utilizzo sempre più marcato delle tastiere. Qualche fans non gradisce, ma nel frattempo il movimento rock inglese aveva fatto passi da gigante. Si era affacciato sulla scena un gruppo promettente ed elegante come i Queen, gli Scorpions avevano introdotto l'utilizzo di due chitarre nel disco 'Fly To The Rainbow', e gli anglo australiani ACDC si erano imposti come paladini del rock'n'roll più sudicio e goliardico di tutto il panorama internazionale: la band dei fratelli Young si impone all'attenzione globale con dischi come 'TNT' e 'High Voltage'. I Black Sabbath erano una spanna sopra tutti questi gruppi: la loro potenza non era affatto messa in discussione dall'hardrock melodico e 'semplice' proposto da qualsiasi altra band del Regno.

1970- Escono 'Black Sabbath' e 'Paranoid' dei Black Sabbath, 'In Rock' dei Deep Purple. 1971- Black Sabbath e Led Zeppelin pubblicano 'Master Of Reality' e 'Led Zeppelin IV'. 1972- I Deep Purple pubblicano il live 'Made In Japan' e l'album 'Machine Head', i Black Sabbath 'Volume IV'. 1973- Escono 'Sabbath Bloody Sabbath' (Black Sabbath) e l'omonimo debut album dei Queen. 1974- Vengono pubblicati 'Queen II' e 'Sheer Heart Attack' (Queen). I Deep Purple pubblicano ''Burn' e 'Strombringer'. Gli Scorpions introducono l'utilizzo di due chitarre nell'album 'Fly To The Rainbow'. Album d'esordio per i Judas Priest ('Rocka Rolla'). 1975- Si formano Iron Maiden e Motorhead. Gli ACDC pubblicano 'High Voltage' e 'TNT', i Black Sabbath 'Sabotage', i Queen 'A Night At The Opera'.

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