HEAVY METAL HISTORY: 1986/1990
I FANTASTICI QUATTRO

BIG FOUR OF THRASH METAL. Anni '80, il periodo d'oro dell'heavy metal: la prima parte del nuovo decennio aveva segnato l'ascesa implacabile di un genere che furoreggiava in Europa come in America: l'epica e classica melodia di Iron maiden e Judas Priest dilagava nel Vecchio Continente, mentre Oltreoceano impazzava la febbre del thrash metal, il furente movimento che dalla California si era espanto rapidamente all'insegna di velocità furiosa, rabbia, potenza, assoli al vetriolo e riff tronchi capaci di portare l'ascoltatore medio al delirio in pochi secondi. Il 1986 è l'anno definitivo, dodici mesi nei quali l'HM diventa leggenda e supera la sua stessa grandezza in maniera irripetibile: ed è proprio dal thrash metal che arriva la scossa più tellurica, naturalmente. Tre band, tre colossi, danno alla luce tre dischi epocali che riscrivono la storia della musica dura. 'Peace Sells' dei Megadeth esplode con arroganza negli stereo, dando al mondo una dimostrazione di come il thrash non sia solo ormoni e adrenalina grezzamente sciorinati a velocità urticante, ma anche tecnica sopraffina coniugata alla rapidità e al servizio della melodia: un passo avanti straordinario, dovuto alle radici jazz-fusion del chitarrista Chris Poland e del drummer Gar Samuelson, oltre che al carisma di Dave Mustaine, come sempre capace di comporre riff taglienti come lame e assoli al fulmicotone. 'Reign In Blood' degli Slayer è un balzo enorme verso un'estremizzazione pesante e spaventosa: ventotto minuti di rabbia cieca e furia apocalittica sparati a velocità supersonica in una miscela corrosiva senza paragoni, scandita da efferate scorribande ultraveloci, riff frenetici mitragliati seccamente senza sosta e caotici assoli atonali esplosi selvaggiamente dalle sei corde di Jeff Hannemann e Kerry King. La band di Tom Araya spadroneggia riscrivendo le coordinate della brutalità, ponendo basi e paletti per generazioni a venire e vomitando sul mercato una cattiveria musicale da mani nei capelli e pogo istantaneo; mai si era udito prima un simile connubio di precisione tecnica e insana violenza, per un prodotto che rasenta la perfezione e che ispirerà il furturo dell'extreme metal, sospinto dal drumworking disumano di Dave Lombardo: il batterista picchia e martella ad una velocità insostenibile, scoccando bordate telluriche infaticabili a sostegno di un impianto sonoro lancinante, intinto nelle tradizionali tematiche belliche ed anticlericali.

LEGGENDA E TRAGEDIA. Da perfezione è naturalmente 'Master Of Puppets' dei Metallica, che col terzo album completano un'evoluzione mirabolante verso uno stile più stratificato ed epico rispetto agli esordi. La cupa potenza che aleggia nei solchi del platter è aleatoria: con un nichilismo devastante, la band di San Francisco spara otto cartucce indimenticabili, che diventano otto classicissi fondamentali dell'intero movimento heavy metal. Con Master Of Puppets, infatti, Hetfield e soci riescono a produrre il miglior disco thrash della storia e, al tempo stesso, evolvere lo stesso thrash metal in una direzione più sofisticata, proprio come stavano facendo i colleghi Megadeth: il disco è completo, moderno, potente, veloce ed arroccato su strutture compositive stratificate, incentrate sulla rapidità e l'aggressività ma capaci di spaziare dal mid tempo opprimente alle sfumature melodiche più cupe e struggenti; denso di sfaccettature liriche e musicali, il disco permette ai Four Horsemen di destreggiarsi attraverso sensazioni ed emozioni assai variegate, imbastendo trame composite e stilisticamente impeccabili, sempre con il consueto marchio di compattezza tellurica, che mai era stato così prominente. I temi scottanti sono tanti, e i Metallica non perdono occasione di attaccare il Sistema corrotto e la società oppressa da tutte le angolature immaginabili, passando dalla guerra alla schiavitù mentale: merito del songwriting intelligente e lungimirante di James Hetfield, paroliere attento e chitarrista ritmico superlativo, preciso come un chirurgo nello sciorinare riff frenetici a velocità supersonica. Ma la tragedia è dietro l'angolo, pronta ad accogliere nelle braccia del destino l'implacabile escalation dei Quattro Cavalieri. A settembre, nel tour europeo di 'Master Of Puppets', il tourbus si rovescia su se stesso su un freddo tornante in Svezia, uccidendo il geniale bassista Cliff Burton: lo shock è terribile, a livello emotivo e tecnico, perchè Cliff oltre che un ragazzo amabile e straordinario era il vero segreto del successo dei Metallica. La band si rimette lentamente in moto, con fatica, ingaggiando Jason Newsted come nuovo bassista. Nel 1987, il thrash americano completa la sua ascesa imperiale con l'ultimo gioiello, l'ultramelodico e pimpante 'among The Living' degli Anthrax, la frangia allegra e scanzonata di un movimento che fino a quel momento era stato essenzialmente incazzato e nichilista. Nasce in quei mesi la leggenda dei Fantastici Quattro Pilastri del thrash: i potenti Metallica, i tecnici Megadeth, i furiosi Slayer e i pimpanti Anthrax.

THRASH METAL A GRANDI PASSI. Il thrash attraversa l'oceano e fa proseliti in Germania, Paese che in ambito heavy si era già contraddistinto per aver dato i natali ad una classica band come gli Accept di Udo Dirkschneider; nel Paese mitteleuropeo il thrash metal si consolida genere florido e seguitissimo, trainato dalla celebre 'Triade' composta da killers come Kreator, Sodom e Destruction. I Kreator, che sferrano il micidiale colpo di 'Pleasure To Kill', sono probabilmente la macchina da guerra più apprezzata di questa furiosa falange, e anche sulle t-shirt dei giovani fans risultano essere tra i big più idolatrati; il loro disco é un autentico olocausto sonoro che sposta l'asticella dell'estremismo, abbandonando le strutture simmetriche e presentandosi come una orgiastica concentrazione di riff brutali, assoli atonali e velocità scarnificanti assemblati con caotica veemenza. Negli anni successivi sforneranno capolavori in serie sin da 'Terrible Certainty' o dal tellurico 'Extreme Aggression', accrescendo la loro caratura tecnica e arricchendo il loro sound energico e adrenalinico con un riffing sempre più complesso e delirante, imperniato attorno a scottanti tematiche politiche e sociali che in 'Coma Of Souls' toccano un apocalittico apice. I loro 'cugini' Sodom esplodono assolutamente devastanti in uno dei loro masterpieces, 'Persecution Mania', altro manifesto di thrash furibondo e privo di orpelli tecnici o melodici; con i loro manifesti anti bellici, i Sodom fanno storcere il naso agli amanti del rock da classifica e ai perbenisti dalla facile morale, e nel frattempo regalano copiose dosi di headbanging ai propri aficionados. Il terzetto era completato dai Destruction, che danno alle stampe l'abrasivo 'Eternal Devastation', completano questo tetro quadro di isteria collettiva a forte velocità. Persino in un paese solare come il Brasile attecchisce il seme del thrash: i Sepultura danno alla luce il loro secondo album, 'Schizophrenia', penetrando in una dimensione di cattiveria ancora più estrema che sfocierà presto nel death. Ma è ancora la fertile bay Area di San Francisco a guidare la rivolta dei thrashers, capeggiata ora dal monolitico nativo indiano Chuck Billy, possente voce dei Testament che debuttano con il vulcanico 'The Legacy': in questo capolavoro i Testament amalgamano la furia degli Slayer con la potente melodia dei Metallica, grazie all'enorme tecnica del chitarrista Alex Skolnick. Il risultato è elettrizzante, raddoppiato e reso ancora più tellurico l'anno dopo dall'ancor più duro killer-sequel 'The New Order', un macigno di velocità, melodia, tecnica e perfezione stilistica e musicale. Si può tranquillamente affermare che nella seconda metà degli Eighties il thrash metal guidava l'intero movimento heavy, essendo diventato il filone con più seguaci e suscitando i sentimenti più forti di rabbia e appartenenza, soprattutto in seguito alla rivalità con i glamster e in riflesso ad una società e ad un mondo che semina nelle generazioni più giovani un senso di insoddisfazione, ribellione e disgusto.

THRASH METAL FOR ALL. Il 1988 segna il ritorno dei gigantissimi del thrash: i Metallica di 'And Justice For All' assumono una connotazione technical thrash con una serie di brani lunghissimi e imbottiti di riff e tecnicismi, sempre ad altissima potenza ['Blackened', la violentissima 'Dyers Eve', la lunghissima e contorta titletrack, 'Frayend End of Sanity'], e con la stupenda semiballad 'One' -un crescendo emotivo struggente che sfocia in un roboante finale a briglia sciolta, con tanto di assolo avvolgente e prolungato- registrano il primo videoclip televisivo di una thrash metal band. I Megadeth rispondono con l'esplosivo 'So Far So Good So What', un disco interlocutorio caratterizzato dalla consueta tecnica ma da un'accentuata melodia [anche a causa dello split con Poland e Samuelson, oltre che ai crescenti problemi di droga intercorsi a Mustaine], mentre gli Slayer stupiscono proprio tutti con il pachidermico macigno di 'South Of Heaven': chi si aspettava le folli scorribande ai mille all'ora sentite in Reign In Blood rimane deluso, perchè i losangelini stratificano il loro sound accostando alle tradizionali mazzate infernali alcuni pezzi più modulati, contraddistinti da un thrash iù ritmato ed innervato da sinistri riff dall'aurea maligna. Deludente, invece, 'State of Euphoria' degli Anthrax, che iniziano il loro inesorabile declino. Mentre vanno spediti gruppi come Overkill e Sepultura, autori di dischi come il folgorante 'Feel The Fire' e il devastante 'Beneath The Remains', i Testament accantonano parte della loro furia in dischi più tecnici e ragionati come 'Pratice What You Souls' e 'Souls Of Black'. La nuova frontiera del thrash sembra essere il tecnichal sound degli Annihilator, canadesi capeggiati da Jeff Waters che esordiscono nel 1989 con 'Alice In Hell', e dei decani Megadeth, che sfornano il loro capolavoro assoluto: è ormai il 1990 e la band di Dave Mustaine riesce a mettere a segno un colpo fragoroso con il quale avvicinare la tanto inseguita leggenda Metallica, vale a dire 'Rust In Peace': una rovente accelerazione ultratecnica di impatto devastante. Tuttavia il genere viene ulteriormente evoluto e modernizzato da una band texana, i Pantera di Phil Anselmo e dei fratelli Darrell, che generano una variante postmoderna in direzione groove nell'urticante 'Cowboys From Hell' [1990].

GLAM'N'ROLL. Nell'heavy metal tradizionale, sono intanto ancora gli Iron Maiden a farla da sovrani: la loro tecnica e la loro melodia strepitosa risaltano ancora una volta in 'Somewhere In Time', che però fa storcere il naso a qualche fan della prima ora per qualche modernismo di troppo [riconducibile all'utilizzo delle tastiere], anche se il disco che ne esce é un consueto capolavoro di tecnica e melodia tipicamente nello stile Iron Maiden: due anni dopo la band di Steve Harris varcherà confini di tecnica quasi progressive con 'Seventh Son Of A Seventh Son', che gli varrà ulteriori conferme di stima e apprezzamento, anche se qualcuno inizierà a presagire che la grandeur del five act britannico abbia già toccato da tempo il suo apice più splendente. Il 1987 vede la ribalta di una folle band losangelina, i Guns'N'Roses, ubriachi, grezzi e sregolati: il loro rock'n'roll rivestito di metallica energia e suadente melodia conduce 'Appetite For Destruction' a livelli elevatissimi nelle classifiche di vendita mainstream, portando in seno alla band dell'isterico e incontrollabile Axl Rose un successo inimmaginabile fino a pochi anni prima, ai tempi di un'infanzia povera e difficile negli sporchi sobborghi metropolitani, vittima delle violenze di un padre incivile e bastardo; gran parte del merito è da attribuirsi alla morbida chitarra di Slash e alla voce pazza dello steso Axl. Il loro rock-metal modaiolo e sdolcinato riporta in auge il fenomeno del glam metal, rimpolpato da un nuovo colpo dei veterani Motley Crue: il loro 'Girls, Girls, Girls' sconvolge le platee con i suoi testi sessisti, provocatori e ammalia migliaia di glambangster con la sua melodia arrapata in cui l'energia delle chitarre ben si fonde con l'allegria eccitata dei pezzi. Il successo della band di Nikki Sixx diventa plantario nel 1989, con 'Dr. Feelgood', ritenuto tra i migliori album hard rock e glam metal di tutti i tempi.

ACCIAIO CLASSICO. In Europa, intanto, la rude Germania si stava riscoprendo fieramente metallara: al fianco della triade del thrash viaggiavano spediti gruppi power come gli Helloween, che qualche tempo prima avevano inaugurato il filone della potenza fantasy a folle velocità: con il nuovo cantante, il diciottenne Michael Kiske, le 'zucche' ammorbidiscono il loro sound coloratissimo dando alla luce un gioiello come 'Keeper Of The Seven Keys' I e II (che viene pubblicato in due parti su suggerimento della casa discografica, la prima nell'87 e la seconda nell'annata seguente), in cui la melodia e la vitamina positiva delle chitarre erigono un nuovo concetto di heavy metal, assolutamente lontano dalla filosofia pessimista e cupa che questo genere aveva rappresentato quasi da sempre. In ambito power si segnala l'esordio, nel 1988, dei potentissimi Blind Guardian di 'Battalions Of Fear', che innervano le loro canzoni con una ritmica serrata ai limiti del thrash, oltre che con un'epicità ed una potenza batteristica notevole. Gli Iron Maiden guidano il Monsters of Rock di Donington, Inghilterra, in una scaletta che include Kiss, i folli Guns'n'Roses, Dokken, Whitesnake e Helloween: è un evento memorabile. Nel 1988 tornano alla carica gli americani Manowar, che dopo il più morbido 'Fighting The World' si incoronano sovrani egemonici assoluti e incontrastabilmente 'true' dell'epic metal col tronfio 'Kings of Metal', un'autocelebrazione coi fiocchi che è prassi in casa DeMaio: un disco che si discosta dall'heavy arcaico degli esordi e vira verso una sorta di power-heavy dalle molteplici sfaccettature, possente e maestoso come da tradizione ma più moderno.

TEMPO DEL PAINKILLER. Notevole successo riscuote nelle sfere del metal più ricercato e raffinato 'Operation: Mindcrime' dei progsters Queensryche, un concept album dalle sfumature eleganti ericche di perizia tecnica notevole. Gli anni '90 si aprono con un ciclone di dimensioni enormi, un impetuoso orgasmo di heavy metal classico iperpotente e distruttivo: è 'Painkiller', partorito dai leggendari padri fondatori Judas Priest, che dopo un paio di album sottotono erano stati etichettati come bolliti. Le chitarre di Downing e Tipton tornano ad esplodere melodia al fulmicotone, riff devastanti come non mai ed energia irrefrenabile con il loro stile apocalittico; la voce di Rob Halford ricomincia a maciullare i timpani degli headbangers, il Prete di Giuda si riprende lo scettro e torna a spiegare al mondo chi e cos'é l'heavy metal. Passo falso parziale, invece, per gli Iron Maiden con 'No Prayer For The Dying': disco monotono e split col chitarrista Adrian Smith che lascia la band. Si apre un decennio duro per l'heavy metal. Il death e altri generi estremi muovevano i primi passi, sul finire di quel decennio. Nel 1987, dopo gli innumerevoli sforzi del geniale chitarrista Chuck Schuldiner, i suoi Death -di fatto, lui e il drummer Chris Reifert- pubblicano 'Scream Bloody Gore', il disco che dà origine al death metal, con i suoi testi truculenti e la brutalità massima del riffing e del growling innescate su un velocissimo canovaccio thrashy; é ancora lontana la svolta tecnica del combo floridiano, che però realizza un disco epocale che si pone come capostipite del settore ed infila una serie impressionante di mazzate efferate, claustrofobiche, devastanti ma irresistibili. Mentre i Bathory danno nuova linfa al filone blasfemo del black, che in futuro amplieranno in direzione 'vikinga', si odono i primi vagiti del grindcore, il genere più brutale e marcio mai esistito. Ancor più crudo e cruento del death, il grindcore trova le sue origini in Inghilterra, partorito da giovanissimi e efferati esecutori come Napalm Death e Carcass. Questi ultimi saranno protagonisti di un'evoluzione incredibile: già il 'salto' tra il grezzissimo e scarno debut 'Reek of Putrefaction' -una tracklist infinita di canzoni brevissime e tutte speculari, nelle quali la tecnica è seppellita sotto orde di caos ed estremismi a velocità supersonica- e il successivo 'Symphonies Of Sickness' -che possedeva soltanto dieci canzoni, ancora una volta furenti e sporche olre ogni limiti di violenza, con quei testi sanguinari incentrati su sbudellamenti, resti umani utilizzati come concime, interiora rigurgitate e pus nauseabondi- è notevole e lascia presagire un'evoluzione prossima da tenere in considerazione.

1986: Escono tre dei seminali 'quattro pilastri del thrash metal': Master Of Puppets dei Metallica, 'Reign In Blood' degli Slayer e 'Peace Sells' dei Megadeth. Esce 'Doomsday For The Deceiver' dei Flotsam And Jetsam Dalla Germania arriva il thrash di 'Pleasure To Kill' (Kreator) ed 'Eternal Devastation' (Destruction). Il 27 settembre il bassista dei Metallica Cliff Burton muore all'età di 24 anni in un incidente stradale del tourbus, in Svezia. Gli Iron Maiden introducono sfumature tecnologiche in 'Somewhere In Time'. 1987: Esce il quarto pilastro del thrash americano, 'Among The Living' degli Anthrax. I Guns'n'Roses pubblicano 'Appetite For Destruction', il loro album di debutto. Gli Helloween escono con 'Keeper Of The Seven Keys part I', i Manowar tornano sulle scene dopo tre anni con 'Fighting The World'. Pubblicati 'Girls, Girls, Girls' dei Motley Crue, 'Persecution Mania' dei Sodom, 'Terrible Certainty' dei Kreator e 'Schizophrenia' dei Sepultura. I Testament debuttano con 'The Legacy'. Per i generi estremi, escono 'Scream Bloody Gore' dei Death e 'Under The Sign Of The Black Mark' (Bathory). Gli Iron Maiden guidano il Monsters of Rock di Donington, Inghilterra, in una scaletta che include Kiss, Guns N' Roses, Dokken, Whitesnake e Helloween.

1988: Gli Helloween pubblicano la seconda parte di 'Keeper Of The Seven Keys'; Kai Hansen esce dalla band per conflitti personali con gli altri membri e con la casa discografica. In seguito, formerà i Gamma Ray. i Manowar si incoronano con 'Kings Of Metal'. Metallica e Megadeth pubblicano rispettivamente 'And Justice For All' e 'So Far, So Good... So What?'; Escono i nuovi lavori di Slayer ('South Of Heaven'), Testament ('The New Order') e Iron Maiden ('Seventh Son Of A Seventh Son'): I tedeschi Blind Guardian debuttano con 'Battalions Of Fear'. i Queensryche rilasciano 'Operation: Mindcrime'. Metallo estremo: escono 'Leprosy' dei Death e 'Reek Of Putrefaction' dei Carcass. 1989: Debutto dei canadesi progressive Dream Theater con 'When Dream And Day Unite'. Escono 'Extreme Aggression' dei Kreator, 'Dr Felgood' dei Motley Crue, 'The Years Of Decay' (Overkill), 'Beneath The Remains' (Sepultura) e il debut dei Nirvana 'Bleach'. I Testament pubblicano 'Pratice What You Preach', i Blind Guardian 'Follow The Blind'; gli Annihilator debuttano con il loro 'Alice In Hell'. I Carcass rilasciano 'Symphonies Of Sickness'. 1990: Esce il capolavoro dei Judas Priest 'Painkiller', quello dei Megadeth 'Rust In Peace' e quello dei Pantera 'Cowboys From Hell'. Gli Annihilator pubblicano 'Never, Neverland', gli Slayer 'Season In The Abyss', i Kreator 'Coma Of Souls', i Testament 'Souls Of Black' e i Blind Guardian 'Tales From The Twilight World'. Passo falso dei Maiden con 'No Prayer For the Dying'. La band si separa dal chitarrista Adrian Smith che fonda gli A.S.A.P.. Al suo posto entra Janick Gers, ex-White Spirit. I Judas Priest vengono citati in tribunale con l'accusa di aver condotto due ragazzi al suicidio attraverso presunti messaggi subliminali contenuti nel brano 'Better By You, Better Than Me' del 1978. La band vinse, comunque, la causa.

1 commento:

Jan ha detto...

quanto sarei voluto vivere in quell'epoca!!