BLACK SABBATH
BLACK SABBATH [1970], HEAVY METAL
Quando i Deep Purple suonavano ancora pop, e i Led Zeppelin erano ancora legati al folk-blues, come se formatisi dal nulla già adulti e consapevoli, apparvero i Sabbath. Il primo singolo, 'Evil Woman [Don't Play Your Game With Me]' non ebbe un gran successo, ma da allora iniziò il passaparola, perchè qualcosa di nuovo era apparso sulla scena musicale. 'Black Sabbath' uscì venerdì 13 febbbraio 1970, registrato in 3 giorni per un costo di 600 sterline. L'impatto fu devastante, tanto da entrare immediatamente nelle Top 10 britanniche, in compagnia di Simon and Garfunkel, Beatles, The Who. La musica oscura ed incalzante, la croce rovesciata stampata all'interno della copertina, un ritmo ossessivo trascinato da batteria e basso, con riff mostruosi e monolitici di chitarra distorta. Vi ricorda qualcosa? La formazione originale era composta da John Michael 'Ozzy' Osbourne alla voce, Frank Anthony 'Tony' Iommi alla chitarra, Terrence Michael 'Geezer' Butler al basso e William Thomas Ward alla batteria. E così fu che, mentre intere generazioni si sollazzavano con i teneri Beatles, nasceva l'arte oscura dell'Heavy Metal. In una manciata di canzoni, i quattro ragazzi figli della classe operaia di Birmingham concentrarono paura, angoscia e frustrazioni ponendo le basi di un intero movimento, l'Heavy Metal appunto, realizzando una musica potente ed opprimente come mai si era udita prima. Black Sabbath è un album meraviglioso, che non si finirà mai di ascoltare e che ha fatto scuola fin dalla prima ora, strutturato attorno ad un nucleo di primordiale doom sound a ritmi cadenzati, maciullanti, spettrali. In apertura c'è la title track, Black Sabbath, la canzone che per prima dava un segno che i tempi erano cambiati. Una tempesta, campane, il resoconto delirante di una notte oscura, nella quale il senso del buio va ben oltre la semplice mancanza di luce. Trascinante. Da canzoni quali 'The Number of the Beast' dei Maiden si capisce come siano in molti ad aver ascoltato questo pezzo tante volte. Ovunque il disco è pervaso da quell'alone di oscurità e potenza sonora che costituisce il classico 'Wall Of Sound' del quartetto britannico, un marchio di fabbrica inconfondibile e tremendamente innovativo per l'epoca: i giovani ribelli figli delle classi più disadattate avevano trovato pane per i loro denti! 'The Wizard' è il pezzo che forse più di tutti ricorda le orgini blues del gruppo, con pezzi di fisarmonica che trascinano in un buon ritmo ed un testo quasi da fiaba. 'Behind the Wall of Sleep' ci accompagna verso 'NIB', veloce, melodica, dal testo oscuro e demoniaco. A dire il vero, pare che dei 4 solo Geezer Butler s'interessasse alle arti nere e all'occultismo, ma la prima etichetta dei Sabbath spinse molto su questo tasto, aiutando creare l'aura oscura che circonderà la band per parecchio tempo: 'Now I have you with me under my power, our love grows stronger with every hour, look into my eyes, You'll see who I am, my name's Lucifer, please take my hand' ['Ora ti ho qui, con me, sottoposta al mio potere, il nostro amore cresce più forte di ora in ora, guarda nei miei occhi, vedrai chi sono, il mio nome è Lucifero, dai prendi la mia mano.']: questa strofa e un degno assolo ci portano a 'Evil Woman', forse la song più leggerina dell'album, comunque piacevole e orecchiabile. 'Sleeping Village' è un viaggio, ti prende per mano e ti accompagna verso i ritmi blues di 'Warning', marcatamente psichedelico. Si tratta di una cover, l'unica nella carriera per i Sabbath. L'album si chiude con il robusto e jazzoso 'Wicked World', che ci riporta di forza nel mondo dei primi Sabbath, fatti di sound monolitico e voce tagliente. A questo album va il massimo dei voti., essendo la pietra angolare sulla quale si poggerà l'intera storia dell'heavy metal Diciamo che se la storia e la leggenda del metal non v'interessano, e se il ritmo più blando che riuscite a sopportare è quello dei blacksters Marduk, abbassate tranquillamente il voto anche di 40 punti, anzi, non compratelo. Nessuno ha mai detto che per apprezzare una musica bisogna ripercorrerne per forza le origini più remote, ma se oggi apprezzate band che si presentano col volto tinto, e fanno i dannati sul palco, sappiate che negli anni 70 ci fu qualcuno che spianò loro la strada. I Sabbath aggredirono il pubblico, scioccarono i genitori, rapirono milioni di fans nel loro mondo di tenebre e con i loro riffoni da enciclopedia.
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