HEAVEN AND HELL
BLACK SABBATH [1980], HEAVY METAL
Heaven and Hell, uscito nel 1980, è il primo album dei Black Sabbath senza la loro star assoluta, Ozzy Osbourne. Dopo 10 anni il sodalizio era finito e al termine del tour di Never Say Die, Ozzy lasciava in maniera definitiva e turbolenta i Black Sabbath, chiudendo il più importante capitolo della storia della band da molti indicata come creatrice dell'heavy. Prendendo spunto dal motto che dava il titolo all'ultimo album, i Sabbath non si perdono d'animo e arruolano Ronnie James Dio, uscito da poco dai Rainbow di Ritchie Blackmore; l'unione è fruttifera ed Heaven and Hell ne è l'ottimo risultato. Dio porta nei Sabbath il suo lato mistico/fantasy che non poteva più esplorare nei Rainbow, visto che Blackmore aveva puntato su sonorità più AOR e commerciali; la musica dei Sabbath si adatta al nuovo cantante e al suo stile liricista, e ne esce fuori un album roccioso, compatto, solido e convicente, che ricorda molto come stile quello della futura carriera solista di Ronnie. Esso permette ai Black Sabbath di abbandonare il suo tipico sulfureo sound doom per virare su un più classicheggiante heavy metal. La prima canzone scritta dalla nuova line up è una delle più famose del gruppo e senz'altro tra le più belle: 'Children of the Sea' è una grande semi-ballata in cui Dio mette in mostra le sue doti canore e la band dimostra che non c'è bisogno di Ozzy nel gruppo per scrivere pezzi memorabili. L'altro colosso dell'album è la title track, ovvero la celeberrima 'Heaven and Hell', un mid-tempo cadenzato e ipnotizzante, sostenuto da una semplice ma effettiva linea di basso, che esplode nel finale per poi sfociare in un outro acustico e dal sapore medievale. Questi sono i due brani dell'album che passano alla storia, ma i pezzi di qualità sono molti altri; degne di nota sono infatti la veloce 'Neon Knights', che apre il disco, e brani come 'Wishing Well' e 'Die Young' [più cadenzato il primo, più veloce e coinvolgente il secondo] non hanno nulla da invidiare a molte canzoni dell'era di Osbourne. Il resto dei brani è nella media, ma nessuna canzone è mediocre o usata come riempinastro; l'album risulta un lavoro convincente e anche importante nel mantenere al vertice il gruppo. Ovvio che dopo 10 anni di Ozzy Osbourne il cambiamento sarebbe stato visto con occhi storti da molti fans, ma la classe vocale di Dio non è da discutere ed è la sua arma principale nella 'lotta' contro il fantasma di Ozzy. Insomma, i Black Sabbath 'veri' saranno anche quelli della formazione Osbourne/Iommi/Butler/Ward, ma Heaven and Hell è un album dannatamente bello e convincente come la band non faceva da qualche anno e come non ne avrebbe fatti per molti anni ancora. Assolutamente da sentire per qualsiasi fan di Dio.
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