THE LEGACY
TESTAMENT [1987], THRASH METAL
I Testament nascono come gruppo thrash metal a San Francisco, nel 1983. Il fondatore fu il chitarrista Eric Peterson; dopo i consueti vari cambi di formazione, e ancora sotto il vecchio nome Legacy, la band nel 1985 pubblica il primo demo. La formazione si stabilizza assumendo la sua dimensione che diventerà la più apprezzata e tradizionale, col nativo americano Chuck Billy come cantante, Peterson, il giovane chitarrista Skolnik, il batterista louie Clemente ed il bassista Greg Christian. Diventati Testament per un caso di omonimia, intitolano 'The Legacy' il primo album. Il genere è un thrash metal molto violento dove le influenze degli Slayer sono marcate nonostante venga dato anche un ampio spazio alla melodia cristallina, che esplode sulle sei corde dei due axeman. Se l’Anno Santo per l’universo thrash metal è stato effettivamente il 1986 (Reign in Blood, Master of puppets, Among the living, Peace Sells), non si può certo dimenticare che nell’anno successivo fu dato in pasto al pubblico uno tra i più importanti debut album del settore, appunto l’eccezionale The legacy dei Testament. I neanche trentanove minuti di durata scorrono nel lettore che è un piacere, grazie alla freschezza ed alla dinamicità delle nove canzoni proposte, che ad oggi sono quasi tutte considerate come alcuni dei grandi classici del quintetto proveniente dalla Bay Area. Regge il microfono il gigante buono Chuck Billy, nativo americano d’origine, dotatissimo singer, in grado di caratterizzare potentemente ogni singola canzone dei Testament, grazie ad una voce a dir poco devastante. Alle chitarre l’eccezionale duo composto da Eric Peterson (vera mente del gruppo) ed il fenomenale funambolo Alex Skolnick, mentre per quanto riguarda la sezione ritmica abbiamo Greg Christian al basso e Louie Clemente alla batteria, autori entrambi di una prova incontenibile. Come già detto tutte le canzoni proposte si rivelano vincenti sotto ogni punto di vista e testimoniano la grandezza di un gruppo che già al primo album dimostra di aver raggiunto una notevole maturità artistica, tecnica e melodica nelle strutture e nella violenza scandita col piede perennemente sull'acceleratore: non c'è spazio per rallentamenti, non c'è tempo per prendere fiato, il moshpit vi risucchierà dall'inizio alla fine in un thrash metal vorticoso, orgasmico, immediato, melodico, praticamente perfetto. Se con Curse Of The Legion Of Death i Testament fanno capire di saperci andare veramente pesante, attraverso le note di Alone In The Dark viene evidenziata anche l’anima più melodica del gruppo [ma è comunque una song tirata ed estremamente massiccia], anche grazie agli splendidi assoli di Skolnick, carichi di feeling come pochi altri. La furia dell’opener Over The Wall, con una sezione ritmica precisa e inarrestabile, mette subito le cose in chiaro: i Testament fanno sul serio. Le successive The Haunting e Burnt Offerings mantengono l’album su elevatissimi standard qualitativi, all’insegna di un thrash metal granitico e di sicuro impatto. Tra le altre perle del disco, va sicuramentte menzionata Apocalyptic City, entusiasmante cronaca delle avventure di un piromane che ha la folle idea di fare piazza pulita di tutta l’umanità. Ancora una volta vanno sottolineati i pregi di una voce imperiosa, in grado di passare dallo screaming al growl senza problemi, e le linee melodiche di Skolnick (l’assolo centrale è memorabile), che insieme alle ritmiche di Peterson formano un amalgama compatto e distruttivo. Album fondamentale, da avere nel modo più assoluto.
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