UNHOLY ALLIANCE III/ MILANO (14.11.2008)
NOI SIAMO I PADRONI


DEATH ARMY/ AMON AMARTH/ MASTODON/TRIVIUM/ SLAYER
MILANO. Uno degli eventi live più attesi dell'anno è l'UNHOLY ALLIANCE di Milano, nobilitato dalla presenza sullo stesso palco della corazzata Trivium e della leggenda Slayer. Le prime impressioni sulla serata ci vengono riportate dal blog Musica Metal: naturalmente è stata una grande tempesta di metallo che non può passare inosservata. DEATH ARMY. non male come apertura, peccato abbiano iniziato a suonare contemoraneamente all'apertura dei cancelli. Avrebbero meritato un pubblico più attento. AMON AMARTH. ancora una volta, pienamente 'in serata', con un Johan Hegg che si diletta con l'Italiano e sa come arringare la folla. Troppo corta la mezz'ora a disposizione, giusta la scelta di scegliere sol due brani dal nuovo disco (comunque accolti benissimo!). MASTODON. suonano come trio da dieci giorni (da quando il chitarrista Bill Kelliher è rimasto all'ospedale), ma hanno un tiro pazzesco: compatto, brutale, senza fronzoli... merito anche di un settaggio dei suoni adeguato, al contrario delle volte precedenti (si ricordi, ad esempio, nel Giugno 2007 a Roma, un macello di suoni da far piangere).

TRIVIUM

TRIVIUM- Complice il pubblico degli Slayer più rispettoso mai visto (che le nuove leve siano più educate della frangia old school?), e grazie ai pezzi di 'Shogun', perfetti per la sede live, i Trivium riescono ad alzare la barra ancora una volta, confermando la lungimiranza della Roadrunner Records, che li ha tolti dalla culla e fatti crescere a questi mostruosi livelli. La differenza col passato recente è nella confidenza con la quale la band calca il palco: oltre alla sicurezza che da sempre contraddistingue il combo di Orlando, è innegabile il fomento e il trasporto nell'eseguire i pezzi e nel cercare l'interazione col pubblico, che mostra di gradire gli estratti dall'ultimo lavoro ('Kirisute Gomen', 'Into The Mouth Of Hell We March' e 'Down From The Sky') come il meglio della produzione passata ('Becoming The Dragon', 'Gunshot To The Head Of Trepidation' e 'Pull Harder On The Strings' of Your Martyr). Ottimi anche gli scambi tra Matt e Corey, sia chitarristici che a livello di vocals, anche se la voce del frontman ha ceduto un po' negli ultimi minuti. Uno show impeccabile, che conquista molti fan degli Slayer, o almeno quelli che non danno le spalle al palco.

SLAYER

SLAYER- Il pubblico comincia a infoltirsi nelle prime file in attesa della comparsa dei quattro thrasher, anticipata dall'esposizione di un telo bianco su cui vengono proiettati pentacoli prima e le ombre dei nostri poi. L'apertura è devastante, con 'Flesh Storm' dall'ultimo 'Christ Illusion'. La folla comincia subito a scaldarsi con un pogo assassino, come solo ai concerti degli Slayer accade. I quattro suonano meglio dell'ultima calata italica in un palazzetto (lo scorso Unholy Alliance, per intenderci) anche se sembrano un po' meno presi dalla performance. La voce di Araya è comunque sicuramente migliore, e Lombardo è sempre un carro armato dietro le pelli, preciso e potente come ci si aspetta da un batterista del suo calibro. La band trova anche lo spazio per presentare una nuova canzone, 'Psychopathy Red', caratterizzata da un riff piuttosto dissonante in pieno stile Slayer. E' inutile nascondere però che la folla aspettava il momento in cui sarebbe stata eseguita 'Angel Of Death', segnale che l'integrale 'Reign In Blood' sarebbe iniziata. E infatti è proprio in quel momento che il concerto prende un'altra piega: i quattro sono molto più coinvolti nello snocciolare le tracce del disco di ormai ventidue anni fa, la risposta del pubblico è altrettanto calda e il pogo è ancor più forsennato. Canzoni come 'Jesus Saves' o 'Piece By Piece' non fanno prigionieri e l'arrivo della chiusura con 'Raining Blood', eseguita ottimamente, è la ciliegina sulla torta di questa performance. Gli Slayer se ne vanno senza concedere bis, ma di sicuro i fan sono stati ampiamente accontentati dall'ottima prestazione del quartetto, forse la migliore da un paio d'anni a questa parte.



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