Fine anno, inizio di immancabili bilanci. È inutile dire che di carne sulla brace in questo 2008 ne è stata messa in abbondanza e le conferme, come le sorprese, non sono mancate. Ma procediamo con ordine: si potrebbe affermare che l’anno appena trascorso sia stato quello delle “vecchie glorie” e dei nomi che hanno fatto la storia del genere, pur non dimenticando nuove band che si sono fatte notare pubblicando pregevoli lavori. Credo di esprimere un punto di vista abbastanza condiviso quando dichiaro che, ad ogni nuova pubblicazione di un “pezzo da novanta” dove le aspettative spesso non vengono soddisfatte per un motivo o per un altro, il pubblico inevitabilmente si spacca osannando o stroncando senza pietà l’album di turno. È stato così per gente come King’s X, o ancora per il guru dell’hard rock/shock Alice Cooper e naturalmente per gli inossidabili AC/DC: hanno fatto sicuramente felice il loro pubblico, ma d’altro canto niente hanno aggiunto ad un sound ormai consolidato negli anni che ha fatto la loro fortuna (soprattutto per questi ultimi). Discorso in parte analogo per 'sua maestà' Axl Rose che sforna, dopo “soli” 14 anni di distanza dall’ultima release ufficiale, un album destinato a fare storia - suo malgrado - per tutti i “rumors” che ha suscitato, e che infine riesce a strappare ben pochi consensi vista l’enorme attesa creatasi attorno. Solo un album ai livelli di Led Zeppelin IV avrebbe accontentato i fans, probabilmente! Capitolo a parte meritano i nomi che hanno deluso tout court, anche se le cause della debacle in alcuni casi prescindono dal discorso strettamente musicale. I Queen+Paul Rodgers si classificano al primo posto per l’album che, per usare una locuzione politicamente corretta, “non era assolutamente necessario pubblicare”. Ma veniamo alle uscite che invece hanno riscosso ottimi pareri di critica e fans. Cominciamo con i Tesla - autori di un grande album che segna il loro ritorno sulla scena internazionale, così come grandi singer del calibro di Jorn Lande e Frank Vestry che in coppia con un certo Rob Marcello hanno dato alla luce un ottimo album di Hard Rock, passando, inoltre, per quattro ragazze terribili che rispondono al nome di Girlschool. In casa Italia, invece, come non citare il nostro Pino Scotto nazionale tornato ad una nuova giovinezza (anche per le sue mitiche performance su RockTV) grazie ad un grande album - Datevi Fuoco (lo Scotto da pagare) - che raccoglie i suoi più grandi successi, fitto di collaborazioni di un certo rilievo. Ma un lavoro che veramente si merita il titolo di migliore album Hard Rock pubblicato in questo 2008, è Good to be Bad del buon David Coverdale e dei suoi Whitesnake, non solo per la musica proposta (ci si assesta su canoni abbastanza consueti d’altronde, in pieno stile Whitesnake), ma soprattutto per la genuinità, la qualità musicale e la freschezza vocale del buon Coverdale - che ha raggiunto, ormai, quasi i 60 anni. Sul fronte AOR si registrano ottimi platter come quello dei nostrani Myland, di Jeff Scott Soto e degli storici Magnum, che celebrano con un doppio live il ventennale di Wings of heaven, un album che alla fine degli anni ottanta ha contribuito a fare la storia del genere. Menzione speciale per il divertente disco omonimo dei Backyard Babies. Tirando le somme, quindi, posso dire che questo 2008 non è stato affatto male: in linea di massima è stato come ce lo si aspettava, riservando piacevoli sorprese e graditissime conferme. L’Hard Rock e l’AOR generalmente poco si prestano alle sperimentazioni e alle innovazioni, tuttavia quando sono suonati bene, soprattutto con l’Anima (la maiuscola è voluta), riescono ancora a suscitare emozioni e a strappare brividi sotto pelle a noi, vecchi nostalgici del Rock.
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