MANOWAR
Semplicemente, Manowar. Una band che non si può spiegare in due parole, per la complessità e a grandiosità della sua proposta musicale ma anche per tutto quello che ruota attorno al loro mondo fatto di costumi di pelle, dichiarazioni machiste, attitudine da guerrieri. Sguazzando nella pacchianità, i Manowar -soprattutto nelle figure degli esaltatissimi Joy DeMaio e Eric Adams- hanno sempre portato avanti la loro guerra contro il false metel, innalzando fieri la bandiera dei defenders del TRUE metal. E più true di loro non c'è nessuno, parola dei Manowar: parola dunque di chi ancora oggi, superati i 50 anni, continua a salire sul palco e diffondere il proprio credo e la propria immagine vincente, un connubio di fisici possenti e ideologie guerriere quasi commoventi: i Manowar hanno sempre suonato quello che i loro fans chiedevano, un epic metal enfatico e denso di emozioni, senza mai cedere alle mode. Hanno rallentato quando tutti acceleravano, hanno accelerato quando tutti rallentavano. E non hanno mai smesso di ritenersi i numeri uno, deni9grando il resto del mondo e proclamando le loro crociate con interviste esilaranti in cui attaccare i poser ed esaltare la fede cieca nel Verbo del metallo. Qualcosa di diverso dalla passione dei metallari verso la propria musica (alla 'Metal Militia' per capirci), qualcosa di assolutamente 'religioso' e anacronistico, ma fottutamente 'truemetal', come direbbe DeMaio. Che poi i Manowar, al di là dei poser da impalare e dalle ragazze da infiocinare, siano anche un gruppo pazzesco è dato di fatto. Le maestose sinfonie che scorrono nei primi 4 album sono un manifesto di heavy metal genuino e passionale: 'Battle Hymns', 'Into Glory Ride', 'Hail To England' e 'Sign Of the Hammer' sono pezzi imprescindibili per chiunque. E dopo il comunque ottimo 'Fighting The World' la mitragliata è ripresa con 'Kings Of Metal' e 'The Triumph Of Steel': ci sono band che in tutta la loro carriera non arrivano a produrre tanta qualità come in un solo disco dei guerrieri americani. La leggenda dei true defender continua impetuosa a incantare generazioni su generazioni.

LA DISCOGRAFIA AI RAGGI X

BATTLE HYMNS (1982): L'epicità prende il sopravvento con l'arrivo dei Manowar, fieri promulgatori di un heavy metal potente, vero e genuino che inizia a riscuotere le prime frange di fedelissimi. Il disco colpisce per la sua potenza e l'estensione vocale di Adams. INTO GLORY RIDE (1983): I Manowar tornano col loro Heavy Metal Epico, e sfornano una serie di possenti marce maestose, che nulla hanno a vedere con il panorama musicale del periodo. HAIL TO ENGLAND (1984): La magia dell'Heavy Metal epico era tutta contenuta in album come questo, un disco che si rivela essere uno scrigno nei quali sono contenuti i segreti più eroici dell'epic metal muscoloso e orgoglioso della band. SIGN OF THE HAMMER (1984): Sign Of The Hammer rappresenta l'apoteosi del vecchio stile Manowar. Produzione grezza, voce tagliente, potente, altissima; le distorsioni sono metalliche e cattive, e il basso di De Maio viaggia alla grande. FIGHTING THE WORLD (1987): "Fighting The World" rappresenta un deciso ammorbidimento nel sound dei Kings Of Metal, smentito in parte dalla roboante seconda parte dell'album. KINGS OF METAL (1988): Con Kings Of Metal si ritorna a fare sul serio. L'attitudine pura e fottutamente Heavy Metal si incontra con l'epicità del loro primo periodo artistico conferendo una bellezza ed una forza incredibili a tutto l'album. THE TRIUMPH OF STEEL (1992): Settimo grande lavoro da consegnare ai posteri, con The Triumph of Steel i Kings dimostrano ancora una volta che quando si tratta di metal epico non hanno rivali. Un vero e proprio trionfo dell'acciaio. LOUDER THAN HELL (1996): Louder Than Hell segna il primo vero passo falso nella storia dei Manowar: monotono e poco enfatico, anche se pur sempre potente. WARRIORS OF THE WORLD (2002): “Warriors of the World” è un disco puramente Manowar, dalla prima all’ultima nota, con tutti i pregi ed i difetti che questo fatto comporta. GODS OF WAR (2007): Nuovo corso per i Manowar: disco molto epico ma distante dal concetto di epic metal ottantiano e in cui le parti metal sono ridotte: i riff si contano sulle dita di una mano e a conti fatti qualche intermezzo poteva essere evitato.

1982 BATTLE HYMNS
1983 INTO GLORY RIDE
1984 HAIL TO ENGLAND
1984 SIGN OF THE HAMMER
1987 FIGHTING THE WORLD
1988 KINGS OF METAL
1992 THE TRIUMPH OF STEEL
1996 LOUDER THAN HELL
2002 WARRIORS OF THE WORLD
2007 GODS OF WAR

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