A MATTER OF LIFE AND DEATH
IRON MAIDEN [2006], HEAVY METAL
A Matter of Life and Death è il quattordicesimo album della band britannica Iron Maiden e il terzo album co-prodotto con Kevin Shirley. La band ha cominciato a scrivere le canzoni verso la fine del 2005, dopo le numerose apparizioni in USA e in Europa; dopo Natale, le canzoni sono state completate e hanno cominciato la preparazione negli Sarm West Studios a Londra. Il titolo dell'album è ispirato all'omonimo film di Michael Powell e Emeric Pressburger del 1946. Il disco non si discosta molto dalle ultime uscite discografiche della band: canzoni lunghe, articolate, influenzate da un certo progressive rock anni '70. Steve Harris, coautore di molti brani, ha in effetti più volte dichiarato la propria ammirazione per gruppi del progressive classico, come Genesis e Emerson, Lake &Palmer. L'album ha avuto un grande successo di pubblico, arrivando in cima alle classifiche di vendita in molti paesi, Italia compresa. La copertina è opera dell'illustratore americano Tim Bradstreet e riscatta quella, molto criticata, dell'album precedente Dance of Death. Nonostante la ricorrenza del tema della guerra e di argomenti religiosi, A Matter of Life and Death non è considerabile un concept album; esso si apre con Different World, brano immediato e semlice incalzato poi da These Colours Don't Run, la quale possiede un uso piuttosto accentuato di tastiere. Brighter Than A Thousand Suns è forse la più pesante traccia dell'album e potrebbe essere considerata un mix tra i lavori solisti di Bruce e Powerslave; l'orientaleggiante The Pilgrim ricorda anch'essa l'album Powerslave: degno di nota è l'assolo di Janick Gers, che utilizza una scala melodica. The Longest Day parla dello sbarco in Normandia, ed è uno degli episodi più epici del disco; seOut Of The Shadow è una semiballad che potrebbe ricordare Children Of The Damned, il primo singolo The Reincarnation Of Benjamin Breeg ci riporta ad atmosfere più malinconiche sin dall'intro; seguono parti vocali atipiche e un notevole assolo di Dave Murray. For The Greater Good Of God è reputata da molti come la migliore dell'album, ispirata alle guerre in nome di Dio; il pezzo è tipicamente Iron Maiden con intro lenta per poi crescere fino a sfociare in un ritornello che viene ripetuto ben otto volte. Lord Of Light ci riporta alle sonorità cupe e tristi del singolo, con una parte centrale veramente heavy di stampo ottantiano. Ascoltando i primi minuti della conclusiva The Legacy vengono in mente i Genesis di The Musical Box, con l'atmosfera quasi teatrale nel suo avanzare: parti lente, parti veloci, molto articolata e sperimentale, tanto che sembra uscita da Dance Of Death. Nel complesso il platter é valido e maestoso, offre arrangiamenti e strutture complesse e progressive e conferma il buono status della band inglese.

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