BETTER THAN RAW
HELLOWEEN [1998], POWER METAL
Better Than Raw è l’ottavo studio album della speed power band amburghese. Il disco, uscito nel ’98, si colloca a cavallo tra The Time of The Oath e The Dark Ride. Se dopo lo split con Kiske qualcuno aveva accusato la band di mancanza di idee, con 'Better Than Raw' la sorgente di inventive torna a scorrere copiosamente: le Zucche rompono gli argini e tornano a pompare e filtrare nuova acqua lungo i condotti arrugginiti, con una durezza peraltro mai riscontrata nel sound melodico della band. Il risultato è un album dalle tonalità frizzanti e potenti e dalla cadenza travolgente, dotato di accelerazioni irresistibili e chorus teatrali; non che le due releases precedenti fossero state scadenti, anzi, l'era Deris era iniziata col piglio giusto, eppure Better than Raw segnava un passo ulteriore, staccandosi dai livelli di eccellenza e arrampicandosi verso vette ancora più elevate. In una sola parola: Helloween, anche nella coloratissima copertina, raffigurante una strega supersexy alle prese con qualche intruglio malefico. Andando a visionare le uscite dell’era post Kiske, da 'Master of The Ring' fino ai giorni nostri, è facile comprendere come questo Better Than Raw sia l’album dalla qualità maggiore e dai contenuti più interessanti. 'Deliberately Limited Preliminary Prelude Period In Z' è un intro azzeccata giocata su un’escalation orchestrale che lascia al momento un po’ spiazzati, ma che finisce nel far presa e spalancare le porte a 'Push', un brano travolgente, diretto e graffiante che potrebbe risultare il migliore del lotto. Falling Higher presenta una struttura simile alla precedente e colpisce per l’incisività delle chitarre e della batteria e per un’ottima melodia, mentre con 'Hey Lord!' le acque si quietano temporaneamente per un episodio dalle tonalità più leggere e dalla melodia semplice e coinvolgente. E' importante notare come l'act teutonico si evolva e si rafforzi con lo scorrere del tempo: la violenza esecutiva si fa sempre più marcata, lasciando ampio spazio ad un riffing tonante e ad una produzione asciutta, corposa, inscalfibile; di pari passo cresce anche il valore tecnico della band, sempre più attenta nella realizzazione di trame complesse e affascinanti, fattore che epraltro era evidente fin dai tempi dei due Keepers. Un altro elemento degno di nota in questo album è l’ottima prestazione del singer Andi Deris che, mai come in precedenza, riesce a canalizzare e sfruttare adeguatamente le caratteristiche del suo timbro vocale. 'Don’t Spit On My Mind' é un buon pezzo, ma non troppo incisivo; 'Revelation', al contrario, lo è, eccome. Il brano in questione mostra una struttura brillante e dinamica che riflette l’ottima forma dei tedeschi, potentissimi nel loro incedere ultra speed ed alle prese con riffoni granitici e pesanti. La qualità e la genuinità si rispecchiano nell’uso sapiente degli strumenti e nella melodia pregna di enfasi, nelle vocals epiche e nelle velocità serrate: un altro calibro da novanta, tra i più belli del lotto. Lasciando alle spalle 'Revelation' ci viene incontro 'Time', che rallenta i tempi: una ballad discreta che non lascia il segno. L’ariosità e la potenza musicale tipiche del power metal helloweeniano esplodono in tracce quali 'I Can' e 'Laudate Dominum', brani possenti dai contorni lineari e dalla presa forte e decisa; in chiusura troviamo la massiccia 'Midnight Sun', eseguita in maniera marziale. 'Better Than Raw' si pone come l'album più potente, pesante e massiccio per la band amburghese, che torna a splendere luminosa nel firmamento d’acciaio pesante senza perdere i meravigliosi intrighi melodici sgorganti dalle trame chitarristiche tipiche della corrente speed-power teutonica: un album che qualsiasi amante del power dovrebbe vantare nella propria collezione, e che prosegue la serie positiva dell'act teutonico, trainandolo vero il nuovo millennio.
Nessun commento:
Posta un commento