TYR
BLACK SABBATH [1990], HARDROCK
Tyr, pubblicato dai Black Sabbath nel 1990, è il terzo disco con il cantante Tony Martin alla voce e segue cronologicamente l’ottimo Headless Cross. Nella line up del gruppo va segnalata la presenta al basso dell’ex Whitesnake Neil Murray in sostituzione di Laurence Cottle. Il sound proposto dal gruppo britannico segue sostanzialmente le direttrici del precedente lavoro attestandosi su un heavy/hard rock molto epico con una presenza sempre più corposa ed efficace delle tastiere. La parte più interessante di questa release è quella centrale formata da un trittico di canzoni dedicate alla figura mitologica norvegese Tyr (divinità della guerra e della giustizia appartenente alla famiglia degli Asi e, secondo un’interpretazione, figlio di Odino). Fondamentalmente si tratta di un mini concept album composto dall’oscura, breve e sinfonica The Battle Of Tyr, dalla stupenda ballata acustica Odin's Court e dal pezzo decisamente heavy Valhalla con un grande assolo di chitarra del solito Tony Iommi. L’intensa opener track Anno Mundi inizia con un coinvolgente intro formato da un arpeggio di chitarra e da un atipico coro in latino. Molto efficace il ritornello cantato da Martin; segue la velocissima The Law Maker con riffs ed assoli di chitarra sempre molto ispirati ed un ottimo drumming di Cozy Powell; Jerusalem è un brano dall'incedere più cadenzato con in rilievo il lavoro alle tastiere di Geoff Nicholls; si recupera il doom degli esordi nel brano più lungo del disco The Sabbath Stones con un coinvolgente finale strumentale; piuttosto deludente la melodica Feels Good to Me una ballata blues che avrebbe fatto certamente una figura migliore in un’album dei Whitesnake; bella la conclusiva veloce Heaven in Black il cui testo si ispira alla storia dei costruttori della Cattedrale di S. Basilio a Mosca che vennero accecati affinchè non edificassero mai più nulla di così meraviglioso. Tyr è una release stranamente sottovalutata dai media ed apprezzata solo con il passare del tempo dal pubblico, probabilmente uno dei motivi risiede nel fatto che questa formazione dei Black Sabbath è stata per troppo tempo superficialmente considerata inferiore rispetto a quelle con Ozzy e Dio. Ritengo, invece, che Tyr sia un ottimo album con brani di spessore (soprattutto la trilogia dedicata al mito di Tyr) ed interessanti novità stilistiche. Il suo unico oggettivo limite è costituito dalla presenza di qualche pausa di troppo senza le quali potrebbe essere definito senza tema di smentita un autentico capolavoro della musica hard & heavy. Metallized.it
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