METROPOLIS PT II: SCENES FROM A MEMORY

DREAM THEATER [1999], PROG METAL
Prima di iniziare a parlare di Scenes From A Memory, mi sembra essenziale fare una doverosa premessa, e cioè che ci troviamo di fronte non soltanto ad un album di altissima fattura sia tecnica che compositiva, ma anche ad una vera e propria opera teatrale. Da quanto detto risulta ovvio che tale album debba essere ascoltato integralmente in ogni sua singola parte e rigorosamente in ordine di traccia, così da poter cogliere tutto il significato e la poesia che quest'opera contiene ed emana. Così come è fondamentale far conoscere la storia che sta alla base di tutto prima di addentrarci in qualsiasi spiegazione di musica e testi, spiegazione che risulterebbe alla fine imprecisa, distorta o svuotata in alcuni contenuti fondamentali. La storia ha inizio ad Hechoe's Hill nel 1929 dove la bella Victoria è fidanzata con Julian, quest'ultimo ribelle e dedito al gioco d'azzardo e alla droga, mentre il suo gemello Edward era divenuto senatore e condotto una vita diametralmente opposta a quella del fratello. Proprio in Edward Victoria cerca consiglio e conforto, ma il senatore finisce per innamorarsi della donna con la quale inizia una relazione, ma Victoria è ancora innamorata di Julian e così decide di vederlo di nascosto, ma Edward sventate le segrete trame li sorprende e li uccide. Da qui la storia fa un lungo salto al 1999, dove in uno studio psichiatrico il terapista ipnotizza Nicholas, che altro non è se non la reincarnazione di Victoria, il quale soffre di continue visioni e memorie e sotto ipnosi ricorda e racconta tutto al suo terapista eccetto il momento dell'omicidio. Solo nell'ultimo brano, Finally Free, Nicholas viene risvegliato dall'ipnosi e ritorna a casa, dove però viene preceduto dal suo terapista, che si scopre essere la reincarnazione di Edward, il quale non esita ad ucciderlo dopo avergli sussurato apri gli occhi Nicholas, proprio come Edward molto tempo prima aveva fatto con Victoria. Ad aprire il lavoro ci pensano il ticchettio e le parole del terapista che inizia l'ipnosi di Nicholas, nella prima e breve traccia dell'album Regression, che continua poi melodicamente con la chitarra acustica e l'organo ad accompagnare il vocalist nell'introduzione della storia e del disagio psichico vissuto dal protagonista. Segue la strumentale Overture 1928, dove non si possono fare a meno di notare le grandiose capacità tecniche della band, mentre in Strange Deja Vu si racconta quella strana sensazione di rivedere scene già vissute; Through My Words fà da preludio alla successiva Fatal Tragedy, organo e batteria in grande evidenza e testi Sheaksperiani, e si continua con la lunga, ben 11 minuti, Beyond This Life che racconta l'omicidio di Victoria partendo dal titolo di una testata di giornale, alternando parti emotivamente sommesse a parti veloci con una dominante presenza delle percussioni soprattutto nella parte finale. Through Her Eyes, che poi è anche il singolo, si apre con un cantato femminile sopra una lenta e bellissima melodia che riprende la prima traccia Regression per svilupparsi in una canzone capolavoro che qualunque sia il genere musicale da voi preferito non si può fare a meno di apprezzare ed anzi osannare, così come il testo di questa song è semplicemente poesia. Lunghissima anche la successiva Home, quasi 13 minuti, dai tratti orientaleggianti ed insieme a Beyond This Life la song più in linea con i precedenti lavori del gruppo; ancora un lungo brano, ma stavolta strumentale, The Dance of Eternity, dove è oramai inutile ripetere tutta la tecnica e le potenzialità di questi musicisti. Tocca adesso ad altri due gioielli, prima One Last Time e poi The Spirit Carries On, insieme a Through Her Eyes apice di un'opera senza eguali, con una melodia semplicemente stupenda ed un testo profondo e significativo. Finalmente libero, Finally Free, l'altro lungo brano ed ultimo atto dell'opera che riprende nella sua parte centrale il motivo di One Last Time e chiude una sequenza di canzoni, anche se sembra riduttivo nominarle tali, sotto l'aspetto compositivo veramente insuperabile. Gran parte dei fan dei Dream Theater sono combattuti non sapendo scegliere quale elevare come miglior lavoro della band tra questo ed Images And Words, ma per me non esistono dubbi, Scenes From A Memory rappresenta un momento magico, unico e purtroppo irripetibile nella storia di questo grande gruppo, nonostante che anche l'altro sia un lavoro, come del resto quasi tutto ciò che fa parte della discografia dei Dream Theater, di gran lunga superiore alla media. Melodie stupende, virtuosismi e tecnica strumentale ineccepibili, testi poetici e teatrali, ed un solo aggettivo: capolavoro. Da Metallized.it

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