DESTRUCTION [THRASH METAL], 1986
Venuti fuori nel momento in cui la Germania ha assestato un micidiale colpo alla scena metallica Europea, spostando gli standard qualitativi generali su coordinate ancora più violente e schiumanti di rabbia di quelle dei pari gradostatunitensi, i Destruction costituiscono -assieme a Sodom e Kreator- la 'Sacra Triade del Thrash' che tante teste ha fatto sbattere a destra ed a manca nel corso degli anni. Il 1986 è un anno basilare sotto molti punti di vista, e la sudditanza psicologica di certi gruppi europei verso modelli d’oltre oceano è ormai quasi alle spalle. Acquisita anche una certa padronanza degli strumenti che mancava agli esordi e che, oltre ad aver fatto inizialmente storcere il muso a molti, me compreso, era divenuta assolutamente necessaria per sostenere architetture musicali che si facevano via via sempre più complesse ed articolate spalancando la porta al thrash metal più accattivante e qualitativamente importante degli anni a venire, i Destruction erano ormai pronti ad assestare un colpo pesantissimo, resosi necessario anche per sostenere il confronto con una concorrenza che si faceva sempre più agguerrita. Una delle poche critiche che si poteva muovere al precedente Infernal Overkill riguardava infatti una perizia tecnica perfettibile, cosa che comunque non sembrava affatto aver spaventato la massa di kids che avevano già eletto la band di Lorrach tra gli alfieri del movimento thrash dell'epoca, critica che trova invece una prima smentita in questo Eternal Devastation, lavoro che propone una band che oltretutto ha raggiunto anche una maggiore coesione rispetto al precedente. L’opener Curse the Gods sembra la prosecuzione naturale di quanto sentito su Infernal Overkill, solo con un songwriting più maturo e performante, non è un caso che il riff di questo pezzo sia ancora oggi considerato come uno dei più rappresentativi della scuola teutonica del Thrash dei mid 80’s. La seguente Confound Games riporta agli schemi della prova precedente, risultando leggermente fuori contesto rispetto al generale miglioramento di Eternal Devastation, ma già con le seguenti Life Without Sense, United by Hatred e soprattutto con il noto anthem Eternal Ban, i Destruction mettono bene in chiaro cosa sono capaci di fare, confezionando un lotto di pezzi che sono certamente degni di essere considerati classici del settore in virtù della loro pesantezza, del loro martellare, della loro carica di malvagia potenza e di elaborazione del songwriting, il tutto tenendo sempre presente l’anno di uscita dell’album. Upcoming Devastation è delirio puro, mentre Confused Mind chiude dignitosamente un lavoro che vive nella parte centrale i suoi momenti migliori. Una band che, seppur tra altri e bassi, è da considerare come fondamentale per lo sviluppo del thrash, un genere che aveva, ha ed avrà sempre un posto di rilevo nel cuore degli ascoltatori dell’estremo. da
Metallized.it
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