THE ULTRA-VIOLENCE
DEATH ANGEL [THRASH METAL, 1987]
L'Heavy metal è da sempre ritenuto un genere che presenta al suo interno varie diramazioni, vere e proprie scene che si sono formate in luoghi lontanissimi ed hanno avuto una singolare fetta di appassionati. Tra le tante diversità che le caratterizzano, è ben riconoscibile un punto in comune: col passare degli anni mentre le luci dei riflettori si rivolgono altrove solo una ristretta cerchia di gruppi si merita il compito di identificare la scena. Così, molte bands finiscono meritatamente nel dimenticatoio ed altre assumono lo stato di cult band per aver regalato ai veri appassionati anche un solo gioiellino prima magari di sparire sfortunatamente nel nulla. Si tratta per lo più di gruppi e dischi datati poco conosciuti alla massa, ma che meritano di essere (ri)scoperti. Senza andare troppo in fondo con la ricerca, un nome interessante e che si adatta al discorso precedente è quello dei Death Angel, ritornati on stage negli ultimi anni. Proprio in virtù del loro ritorno questo dovrebbe essere un nome familiare anche a chi si è avvicinato solo da poco al thrash metal. Il gruppo di origine filippina con una media anagrafica bassa [il batterista Andy Galeon all'epoca del debutto era poco più che tredicenne] si forma nel 1986, proprio mentre il mercato era intasato da uscite qualitativamente eccelse. Spinti anche da questo momento favorevole, i cinque registrano il loro debutto un solo anno più tardi. Ricapitolando: se cinque ragazzi decidono di formare una band e con un anno di esperienza si dichiarano pronti per debuttare, ci sono tutte le probabilità per un risultato insoddisfacente, figlio di una mancata maturazione e quindi in ottica futura da vedere come un solo punto di partenza. Quello che viene fuori dalle registrazioni è 'The Ultra-Violence': uno dei dischi thrash più belli in assoluto. Esagerazione o affermazione scontata? Basterebbe una composizione come la title track e far pendere per la seconda opzione. Ascoltando questa strumentale di 10 minuti si fa veramente fatica a credere alle carte d'identità dei cinque e sale il rammarico per quella che poteva essere una carriera ricca di soddisfazioni. Di certo ai Death Angel non mancavano originalità e tecnica, ma anche quando c'era da pestare il piede si dimostravano all'altezza, come dimostrano delle vere killer tracks quali 'Mistress Pain' e 'Kill As One'. Nell'opener 'Thrashers' e in 'Voracious Souls' si fanno notare azzeccati e rocamboleschi cambi di tempo, mentre sono le aperture melodiche il punto forte di 'Evil Priest' e della pur aggressiva 'The Final Death', altro vetta creativa del disco. Prima dello scioglimento la carriera dei Death Angel sarebbe proseguita con altri due album, "Frolic Through The Park" del 1988 e Act III del 1990, l'apice del gruppo secondo Mark Osegueda. Nella stessa intervista Mark dichiarò che comunque il disco per il quale sarebbero stati ricordati è 'The Ultra-Violence'. Noi, infatti, abbiam voluto ricordarli così. da Metallized.it
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