7 SINNERS

HELLOWEEN [2010], POWER METAL
Poche band, nella storia del metal, sono state oggetto di pareri discordanti quanto gli Helloween: chiunque conosca la storia del power metal non può non aver ascoltato i primi tre masterpieces delle Zucche di Amburgo, quel Walls of Jericho caratterizzato dalla voce giovanile ultra-nasale di Kai Hansen ed i due Keeper, scanditi da un sound epico e potente, da riff ed assoli memorabili e dalla voce squillante di Michael Kiske. Quei tre album, soprattutto i Keeper, sono l'ABC del power metal, che dalla Germania si è presto diffuso in Europa, trovando terreno fertile in particolar modo nel Nord (ricordiamo almeno gli Stratovarius), ma anche in Paesi come il nostro (i Labyrinth, i Rhapsody of Fire). Non SI riassumerà poi la storia successiva degli Helloween, con la dipartita di Kai Hansen ed il suo nuovo gruppo Gamma Ray, l'abbandono di Michael Kiske, il conseguente reclutamento di Andi Deris e le successive releases della band tedesca, a tratti buone, a tratti meno convincenti. Deris non è Kiske, ma sarebbe come pretendere di trovare un sostituto adeguato a Rob Halford o Bruce Dickinson nei Judas Priest o negli Iron Maiden. Il nostro Andi, dunque, non ha mai avuto né tantomeno avrà mai la potenza e la chiarezza del suo predecessore, ma se non altro raggiunge anche vette più che accettabili. Allo stesso modo, gli Helloween post-Hansen hanno sempre avuto il problema di non riuscire a raggiungere livelli qualitativi buoni per tutta la durata dei loro lavori. Cosa dire, pertanto, su questo 7 sinners? Innanzitutto, una nota: gli Helloween del 2010 non sono quelli di Unarmed, il best of/ri-registrazione orchestrato che ha fatto mettere le mani nei capelli anche ai più accesi fan dell'era-Deris, e di questo già possiamo essere felici. Weikath e compagni hanno definitivamente optato per un sound moderno, veloce ed aggressivo, senza però per questo perdere il buon gusto delle melodie. Ma vediamo meglio di cosa si tratta: Where The Sinners Go è un mid-tempo discretamente appassionante, che poggia su un riff iniziale vagamente orientale e che ricorda parecchio il riff introduttivo di A Rite Of Passage dei Dream Theater; il brano dispone inoltre di un ritornello abbastanza classico, ma non per questo non apprezzabile. Are you metal?, primo singolo dell'album, si mantiene su questa riga, con chitarre abbassate di tonalità ed un cantato aggressivo: ancora una volta l'originalità non è particolarmente brillante, ma il livello complessivo è più che soddisfacente. Who is mr. Madman riprende la melodia iniziale di Perfect Gentleman e, difatti, l'intera canzone è la prosecuzione di quel brano, che è decisamente più power-oriented rispetto ai precedenti due. Tuttavia, almeno a mio giudizio, le prime due tracce sono migliori proprio per la loro pesantezza senza tanti fronzoli. Raise the noise riporta alla mente gli Helloween tipicamente allegri e festosi, con un sound più leggero rispetto ai pezzi precedenti ed un ritornello melodico. La nota più curiosa del brano, tuttavia, va all'inatteso intermezzo di flauto. Se sia pacchiano o meno, lo lascio decidere al vostro gusto. World of fantasy si conferma su questo livello, è un mid-tempo dalla struttura classica e melodica con un discreto sottofondo di tastiere, con un tipico assolo alla Helloween irrobustito dalla doppia cassa di Dani Loeble. Long Live The King è invece un pezzo sorprendentemente aggressivo, con una doppia cassa martellante, un basso incisivo ed una parte di chitarra iniziale che può tranquillamente essere definita thrash. Il ritornello è quantomai semplice nella sua potenza, anche se il coro introduttivo stona un po' con il resto del brano. Giudizio positivo, in ogni caso. The Smile Of The Sun, quasi a voler compensare la violenza della precedente traccia, è invece una ballad con un bel pezzo di pianoforte introduttivo, che lascia poi spazio ad un riff cupo che accompagna la voce di Deris; il ritornello è invece sostenuto da un riff più vibrante ed aggressivo e, pur non raggiungendo i livelli di ballad precedenti, convince proprio per la sua diversità con la parte più lenta e melodica del brano. You Stupid Mankind procede nel diversificare il più possibile la parte musicale, in questo caso discretamente aggressiva, dalla parte cantata, specie nel ritornello, che però stavolta, nonostante l'apprezzabile acuto di Deris, appare un po' meno ispirato. If A Mountain Could Talk è uno dei pezzi più puramente power metal dell'album, che si basa su un riff canonico ma convincente e si evolve in un ritornello piacevole, seppur non memorabile. The Sage, The Fool, The Sinner spicca soprattutto per il ritornello, probabilmente il più "commerciale" e classico dell'album, con la parte musicale che fa da sottofondo ordinario, ma riuscito. My Sacrifice si basa su una potente cavalcata iniziale, sostenuta da un'eccellente doppia cassa, per poi sfociare in un'altra parte vocale tipicamente Helloween, con le tonalità più alte che Deris raggiunge nel disco. Not yet today è un breve ed etereo pezzo in cui riecheggia lontana la voce di Deris, che fa di fatto da intoduzione all'ultimo pezzo dell'album. Far in the future chiude per l'appunto il disco: è il brano più lungo e, come già hanno fatto in gran parte del disco, gli Helloween si divertono a variare la miscela all'interno della canzone, che vanta un riff iniziale molto thrash metal, una parte cantata sincopata che sfocia in un ritornello molto ampio, una parte successiva molto aggressiva, un intermezzo più classico e melodico ed una nuova parte aggressiva. Il calderone forse è eccessivo, ma nel complesso il brano è godibile. Che dire dunque sull'ultima fatica delle Zucche di Amburgo? 7 sinners non passerà alla storia per aver dato alla luce dei capolavori, dato che, a parte forse Are You Metal e Long Live The King, le altre tracce nel complesso si muovono su livelli non di eccellenza. Ma, al tempo stesso, è sicuramente uno degli album più convincenti dell'era-Deris, dal momento che mescola sapientemente momenti power a tiratissime strofe thrash, ritornelli melodici ed assoli virtuosi a momenti cupi e pesanti, con un livello complessivo sicuramente più che accettabile, per non dire elevato. Metallized.it

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