KING OF THE KILL

ANNIHILATOR [HEAVY METAL], 1994
Si erano imposti con due album di thrash metal esplosivo, fresco, innovativo e raffinato, i canadesi Annihilator, creatura sorta dalla mente del poliedrico (a dir poco) Jeff Waters nel lontano 1984: Alice In Hell e il suo sequel Never, Neverland avevano segnato pagine storiche nella cronologia mondiale della musica metal, ponendo i canoni base del technical thrash che non perdeva contatto alcuno con la veemenza e tantomeno con la melodia. Eppure con l'arrivo dei Nineties e il quasi obbligo di dover monetizzare, Waters si era trovato a dover scendere a compromessi, confezionando un disco più commestibile alle radio come Set The World on Fire, fortemente melodico e decisamente meno aggressivo dei suoi predecessori. Dopo aver cambiato tre cantanti nei primi tre dischi, Waters si mette egli stesso dietro al microfono, e oltre alle parti di chitarra registra pure quelle di basso per dare alle stampe King Of The kill, per molti il disco decisivo per comprendere quale svolta prenderà la carriera di questa bizzarra band canadese che cambia line-up con una frequenza spaventosa. A prevalere sarà soprattutto la melodia, in pezzi dalle vocals molto 'radiofoniche' e dal profilo morbido, quasi dolce in certi casi, anche se dinamicità e coinvolgimento non vengono mai a mancare nello scorrere delle tracce; sono veramente tanti i pezzi intrisi di melodia suadente ed emozioni al limite del romanticismo, ritornelli travolgenti basati interamente sulle emozioni, refrain accattivanti e 'colorati', dal sapore positivo e gioviale. Ci troviamo di fronte a canzoni veramente belle, niente da imputare di fronte all'enorme impatto melodico e sentimentale di composizioni raffinate e dal notevole gusto armonico, delle vere carezze che piaceranno certamente agli amanti del rock zuccheroso e delle ballad strappalacrime: ma, accidenti, ti chiami Annihilator, e con un moniker così non puoi confezionare un album così lontano dal thrash tecnico degli esordi, potente ed energico! Le capacità dei singoli musicisti non vengono meno, certamente, però sono proprio pochi i pezzi 'veloci' e aggressivi, quelli che poi si stampano nella mente di chi segue questa band soprattutto in funzione di classici come Alice In Hell; tra questi va menzionata per lo meno la titletrack, imperniata su un riff granitico, un ritornello trascinante, ritmiche spedite tipicamente thrash, innervate dal cristallino lavoro tecnico e melodico alle chitarre. Qualche tono più aspro e potente si percepisce qua e là, ma la direzione complessiva del full length non è definibile propriamente thrash, cosa che lasciò delusi diversi fans della prima ora. Ci si aspettava un ritorno alle origini dure e pure del combo capitanato da Jeff Waters, ci si attendeva un thrash di nuovo folgorante e dinamitardo dopo che con Set The World on Fire il chitarrista aveva accontentato le pressioni dei discografici e potuto batter cassa dopo i meritati successi degli album precedenti; e invece un 'ritorno' non c'è stato, sebbene King Of The Kill sia altamente piacevole; un buon album se ascoltato senza partire prevenuti, un sottofondo estremamente gradevole se non si tiene conto del fatto che il moniker in questione è lo stesso di Never, Neverland; insomma, se vogliamo prendere questo album distaccandolo dalla realtà a cui appartiene, abbiamo tra le mani un lavoro affatto disprezzabile. Ma se dagli Annihilator pretendiamo principalmente thrash abrasivo e tridimensionale evoluto a livelli tecnici e melodici folli -come era in passato- allora potremmo restare delusi. Metallized.it

Nessun commento: