APPETITE FOR DESTRUCTION

GUNS'N'ROSES [HARDROCK], 1987
Nel bel mezzo degli anni '80 si era ormai affermato un modo del tutto diverso di intendere l'Hard Rock, lontano dalle influenze psychedelic e progressive che caratterizzarono l'intero decennio settantiano, un Hard Rock che intendeva far presa su linee melodiche, delle volte pompose ed armoniose delle altre graffianti, ma sempre cariche di energia, brio e positività, su chitarre distorte e riffs elettrizzanti. Così nacquero sia in Europa che negli States parecchie bands pronte a seguire questo nuovo corso e che condussero questa linea fino alle soglie del prossimo decennio, che nel 1991 si interruppe bruscamente con la nascita e l'ascesa del grunge favorita da due grandi album come Nevermind dei Nirvana e Ten dei Pearl Jam. E' il 1987 a segnare l'esordio dei tanto amati quanto discussi Guns N' Roses, con l'album che a dir di molti, compreso il sottoscritto, rimase il loro masterpiece, cioè Appetite For Destruction. Direttamente dalla California balzarono come una furia agli onori della cronaca, facendo leva su un Hard Rock intriso di Street Metal, schitarrate elettrizzanti ed atteggiamenti esagerati da rock star consumate e capricciose, con un songwriting fresco e capace di alternare momenti adrenalinici ed energici a momenti più malinconici, con ancora lo spettro dei malintesi tra i vari leader Axl, Slash ed Izzy lontani dal creare scompiglio e rendere il lavoro troppo eterogeneo e prolisso come in seguito avvenuto nel doppio mega album Use For Illusion I e II del 1991. L'opener Welcome To The Jungle, introdotta dalla chitarra di Slash, è uno dei tanti brani presenti nel lotto che sarebbe diventato un classico dei Guns, Axl mostra una gran voce, ma è soprattutto la sua presenza scenica a regalare all'act di Los Angeles il successo immediato. In It's So Easy vi è una chiara ispirazione punk che viene guidata dai rintocchi di basso di Duff McKagan, non a caso bassista di estrazione punk proveniente da Seattle, invece Nightrain, altro brano storico dei Guns, si sviluppa sullo sfondo della doppia chitarra di Slash ed Izzy, mentre si potrebbe glissare su Out Ta Get Me, a mio avviso non alla stessa altezza dei pezzi già menzionati. Mr. Brownstone è un altro gran pezzo dove tutto sembra funzionare per il meglio, dalle chitarre, al basso, alle pelli, alla buona interpretazione di Axl, con un susseguirsi di schitarrate veloci e distorte, inizio più malinconico invece per Paradise City, anche se subito il brano riprende la carica adrenalinica del resto dell'album risultando alla fine tra i più belli del platter, mentre l'introduzione di My Michelle richiama alla mente i Black Sabbath, e mantiene in parte quest'andamento distaccandosene però nei chorus, ed a seguire un brano dalle caratteristiche Hard n' Roll come Think About You, che presenta peraltro un bel finale. Tocca poi alla canzone simbolo dei Guns N' Roses, Sweet Child Of Mine, che presenta una melodia azzeccatissima e tutto ciò che realmente è il rock nella sua essenzialità, tre accordi e via, tanto che la leggenda racconta che il brano sia nato da un'esercitazione che Slash era solito fare con la sua sei corde. Ma anche il trittico di chiusura è di sicuro valore dalla veloce You're Crazy, passando per Anything Goes, brano dalla struttura molto semplice e anche questa un pò di derivazione punk, alla conclusiva Rocket Queen, lungo brano in gran parte strumentale ed affidato alle performances di Slash anche se specie verso la fine il cantato di Axl è veramente da annoverare tra i momenti più alti di questo immenso platter. Purtroppo i Guns N' Roses, pur dando alla luce altre ottime releases non riuscirono più a ripetersi del tutto a tali livelli, i molteplici problemi di alcool e droga, le continue divergenze tra Axl e Slash, il primo orientato ad un rock più 'da classifiche' alla Aerosmith, il secondo invece legato allo street metal delle origini furono tutte concause di un disagio che si sarebbe trascinato fino ai giorni nostri tra cause legali, possibili reunion ed annunciati come back poi mai realizzati. Da Rockline.it

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