SYMPHONIES OF SICKNESS

CARCASS [1989], GRINDCORE-DEATH METAL
Non serve girarci tanto intorno: questo è uno dei più begli album che i Carcass abbiano mai composto in tutta la loro carriera. La maggior parte dei fans, probabilmente, vede nel successivo 'Necroticism' o in 'Heartwork' le vere perle, tuttavia 'Symphonies Of Sickness'resta una prova ottima del gruppo, nonchè il miglior album di grind death che fino ad oggi sia mai stato suonato: nel suo genere, questo disco è ad un livello così alto e porta con sè delle atmosfere così particolari che si rivelerà impresa assai ardua cercare in esso delle pecche relativamente importanti e tuttavia non trascurabili. Innanzitutto 'Symphonies' è un passo avanti rispetto all'esordio sia dal punto di vista compositivo che formale: affidatosi ad un produttore professionista, i Carcass tirano fuori un suono certamente non perfetto, ma comunque più che buono. L'estremismo più oltranzista è stato qui abbandonato a favore di una ricerca sonora migliore, ma che lascia comunque spazio allo spirito grindcore e anti-progressista -in senso ovviamente musicale- che aveva contraddistinto l'esordio del combo inglese. Questa è forse la maggiore differenza con 'Necroticism', nel quale invece gli extreme metallers britannici si sono abbandonati a delle scelte più tecniche in netto contrasto con l'impronta dei primi due album: produrranno ancora lavori stupefacenti, ma il vero feeling, marcio e estremo, che ha innalzato i Carcass ad un livello superiore presso i seguaci più oltranzisti sarà per sempre confinato alle prime due uscite. I pezzi sono tutti di durata medio-lunga, con un riffing originalissimo, soprattutto visto l'anno di pubblicazione, farcito dalle solite vocals estreme: anche in questo caso c'è da segnalare un cambiamento, ossia la drastica riduzione di filtri alla voce. Insomma, i Carcass in questo lavoro incanalano la furia di 'Reek Of Putrefaction' in una via più razionale, cosa che non li penalizza assolutamente: semplicemente dimostrano una maggiore maturità ed evitano di andarsi a chiudere in un vicolo cieco. 'Reek Of Putrefaction' [che riprende il titolo del debut], 'Exhume To Consume', 'Excoriating Abdominal Emanation': tutti pezzi destinati a rimanere nella storia del metal per la loro violenta efficacia, ma anche per la svolta che rappresentavano nel panorama intero. Quello che forse a oggi è molto difficile capire è come i Carcass con appena due album siano riusciti a rivoltare come un calzino una scena la cui peculiarità è, secondo molti, la staticità. E sebbene tutt'oggi molti gruppi si sforzino di seguire la scia da loro tracciata, molti sono i gruppi che riescono ad emulare lo spirito di 'Reek', pochi quelli che compiono la medesima operazione con 'Symphonies'. Impossibile non citare 'Empathological Necroticism', brano tra i più belli in assoluto mai scritti dai Carcass e che racchiude in sè molta della bellezza di questo full length: semplicità che rispecchia la genialità. Insomma, questo album non deve essere ricordato solo per i testi mostruosi e sguazzanti in bacinelle di sangue ed interiora evisxceche sembrano tratti da un manuale di patologia o per le leggende metropolitane che girano attorno ad esso: farlo sarebbe un ingiusto sminuire la realtà dei fatti, la creatività di uno dei gruppi grind-death per eccellenza.

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