RENEWAL

KREATOR [1992], ALTERNATIVE THRASH METAL
Renewal, pubblicato dai teutonici Kreator nel 1992, segnò un significativo cambiamento nello stile della band, cambiamento che all’epoca non fu molto apprezzato dai fan: molti, infatti, rimasero sorpresi perché la linea musicale fino a quel momento seguita da Petrozza e compagni, basata sul thrash più complesso e violento, veniva parzialmente sostituita da un sound sempre potente, ma più statico e lievemente influenzato dalle atmosfere industrial che stavano per sorgere in quel periodo storico. Pochi gli assoli di chitarra, perché la filosofia dell’album è costituita essenzialmente dalla ricerca di atmosfere cupe e groove, sulle quali si dipanano liriche apocalittiche che palesano scenari inquietanti e pessimismo sul futuro dell’umanità. Quando un gruppo decide di tentare nuove soluzioni artistiche, abbandonando strade consolidate, i rischi che si corrono sono molteplici: indubbiamente andrebbe comunque premiato il coraggio, a meno che non si sconfini nel banale; Renewal va in parte rivalutato in quanto si riscontrano alcuni ottimi brani nel contesto di una musica che potremmo definire una sorta di thrash alternativo, nel quale però le linee vocali e le direzioni sonore sembrano eccessivamente ripetitive e statiche, simili canzone dopo canzone. L’opener Winter Martirium fa subito intendere che i Kreator non hanno perso la loro aggresività: la ritmica è superba -Ventor eccelle alle pelli- poi il pezzo esplode in un vortice sonoro nel quale Petrozza vomita con veemenza la sua rabbia; il finale muta in continuazione con rallentamenti ed accelerazioni che stordiscono l’ascoltatore. La title track è pesante come un macigno, strutturata in un mid tempo convenzionale e con un tema portante bellissimo. Reflection ha un incedere meno sostenuto e vagamente melodico, e nel complesso si tratta di una delle canzoni meno riuscite. Con Brainseed si ritorna al thrash più classico, mentre un possente drumming apre Karmic Wheel, brano dall’andamento marziale, che ad un certo punto si stempera a favore di un andamento soffuso e glaciale, per poi riprendere intensità nella parte finale. Realitaskontrolle è un mero riempitivo di suoni campionati, più consono in un album dei Nine Inch Nails; Zero The None pone in maggior evidenza un grande Petrozza, anche se si tratta di una traccia un po’ monocorde; di tutt’altra levatura Europe After Rain: devastante, arcigna e caratterizzata da un cambio di tempo spettacolare, che trascina l'ascoltatore fino alla devastazione finale. Infine, l’anomala Depression Unrest chiude degnamente l’album, in virtù della sua coinvolgente tematica melodica. Le sperimentazioni industrial e groove verranno riprese in Cause For Conflict e Outcast, anche se meno marcatamente, mentre in Endorama si virerà pericolosamente su un indigesto gothic/heavy metal; poi fortunatamente i Kreator torneranno al sound che li ha resi famosi. Renewal è un full lenght diverso, permeato di un crepuscolarismo che potrebbe trovare le sue origini nel particolare e confuso momento storico vissuto dalla Germania in quegli anni: la felicità per la caduta del muro di Berlino e la terribile incertezza e paura del futuro.

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