BLACK METAL

Un altro anno è passato e, come disse nel 1616 il saggio Giacomo I, allora sovrano d’Inghilterra, la buona notizia è che non ci sono notizie: la nera fiamma continua a bruciare incurante degli strali e delle lamentele di quei catastrofisti, profeti di sventura e nostalgici che, potendo, avrebbero cristallizzato il mondo nel 1992, facendone una succursale della Norvegia. Paese, quello scandinavo, che continua immancabilmente a rappresentare l’epicentro del fenomeno Black Metal, sia da un punto di vista culturale che da una prospettiva più “pratica”, rappresentata dalla quantità e dalla qualità delle uscite discografiche. Sono ancora i grandi nomi a suscitare il maggior interesse, anche se sempre più spesso l’ascolto non ripaga con la soddisfazione l’entusiasmo e l’hype che si genera attorno ai dischi più attesi. E’ il caso dei Satyricon e dei Darkthrone, due autentiche leggende, che rispettivamente con The Age of Nero e Dark Thrones & Black Flags continuano a perseguire la propria strada ormai lontana dalle sonorità che li hanno portati alla guida del movimento; cosa rispettabilissima nelle intenzioni ma deludente nei risultati, almeno a parere della maggioranza di critica e pubblico. Va meglio quando si parla di “classici minori” come i Taake, che col quarto omonimo album riescono a mantenere alto lo standard qualitativo della propria proposta - non lontana da quella dei maestri del genere; come i Khold, giunti con Hundre År Gammal alla sesta pubblicazione di buon livello. Risultati migliori si hanno allargando un po’ l’orizzonte e tendendo l’orecchio alle contaminazioni e alle sperimentazioni che nel corso degli anni hanno dato vita alla corrente Avantgarde. Pur non facendone parte in senso stretto, si muovono in questo sottobosco due pezzi grossi come gli Enslaved - che con Vertebrae hanno dato ancora una volta prova della loro genialità - e Ihsahn, ex mastermind degli Emperor, che dà alle stampe lo stupefacente angL, lavoro insuperato quest’anno per ispirazione, freschezza e brillantezza. Da tenere d’occhio anche Twilight and Randomness degli Emancer, ottimo esempio di sperimentazione applicata al black. Con la Norvegia in testa, è tutto il Grande Nord a mantenersi regione prolifica per il Black Metal: in particolare si segnalano uscite di alto livello in Svezia - Konkurs dei Lifelover si rivela un piccolo capolavoro di disperazione ed oscurità mentre i Lord Belial con The Black Curse recuperano un po’ dello smalto perso negli anni - e in Finlandia, nazione sempre distintasi per la ferocia e l’oltranzismo delle proprie band e ancora una volta in prima linea con Behexen (My Soul For His Glory), Azaghal (il micidiale Omega), Horna (Sanojesi Äärelle, monumentale doppio-cd) e Alghazanth (Wreath of Thevetat, potente e sinfonico). Ovviamente il resto d’Europa non sta a con le mani in mano e regala all’audience internazionale parecchi motivi per guardare al di qua del Ponte di Öresund. Notevole in questo senso l’apporto tedesco alla causa grazie ai seminali Nocte Obducta con il nuovo Sequenzen Einer Wanderung, ai Dark Fortress con Eidolon, agli Agrypnie col loro splendido ibrido a nome Exit e ai neonati Lantlôs, che fanno il botto col loro debutto auto intitolato: un disco vario, ispirato, moderno e nerissimo. Seguono a ruota i Paesi Bassi e la loro carica di novità con i Gorath davanti a tutti grazie al bellissimo Misotheism, un ottimo esempio di Black Metal ricercato ed atmosferico. Un gradino sotto troviamo gli altrettanto stupefacenti Woods of Ypres, capaci di mettere in piedi un tomo melodico e fortemente epico come Woods III: Deepest Roots and Darkest Blues, e i debuttanti Carach Angren, in grado col loro Lammendam di portare una notevole ventata di freschezza nell’affollato panorama del Black Metal sinfonico, che si arricchisce in questo 2008 anche del nuovo capitolo dei vampiri inglesi Cradle of Filth, tornati quasi ai fasti dei bei tempi andati col buonissimo Godspeed on The Devil’s Thunder. Pochi altri sussulti continentali si hanno con gli esageratissimi Belphegor, che dal cuore nero dell’Austria esplodono ancora una volta col loro carico di death/black metal a base satanico-sadomasochista Bondage Goat Zombie, con gli spagnoli Agynguerran, autori dell’ottimo Perverting the Nazarene Cult e con i transalpini Blut Aus Nord (Memoria Vetusta II - Dialogue With The Stars), per l’occasione portabandiera di una scena fantastica - ma quest’anno dormiente - come quella francese. Fuori dal vecchio continente, sono davvero pochi i motivi d’interesse per il black metal - la scena sudamericana, pur se in crescendo, non è ancora in grado di presentare buoni spunti - e perlopiù localizzati negli Stati Uniti: due grandissimi dischi a nome Leviathan - il tenebroso e terrificante Massive Conspiracy Against All Life - e Nachtmystium (foto)- l’eclettico e sperimentale Assassins - Black Meddle Pt. 1. Si vede anche il profilarsi di una nuova ondata di giovani band che mescolano il Black Metal sinfonico stile Dimmu Borgir con thrash e deathcore per risultati molto spesso irritanti, ma alcune volte interessanti come nel caso di In The Shadows of a Thousand Suns degli Abigail Williams e di Wounds dei Funeral Pyre. Giunge così l’ora di guardarsi in casa: da qualche anno ormai la scena Black Metal italiana ha assunto un ruolo di primo piano per la qualità della propria proposta e la situazione è in costante miglioramento. Vagito più importante di questo 2008 è l’ultimo viaggio di Argento con i suoi Spite Extreme Wing. Il risultato è un disco complesso e controverso come Vltra, lavoro capace di spaccare in due la critica ma dannatamente affascinante, al pari di Janvs dei Vega, piccola perla di black metal raffinato, progressivo ed avanguardistico. Uscite di alto profilo anche per i capitolini Stormlord, che con Mare Nostrum confezionano uno dei migliori dischi dell’anno nel loro genere, dei furiosi Black Flame con il tiratissimo Imperivm e dei Melencolia Estatica con un capolavoro oscuro ed emozionante come Letum. Notevoli anche Haeretichristus dei Nefarium e Miseria e La Voce dei Morti, rispettivamente di Inchiuvatu e Malnàtt, che col loro Black Metal tinto di folk danno voce alle leggende, alle superstizioni e alla cultura regionale di Sicilia ed Emilia-Romagna - in barba a chi continua a vedere i blacksters come una massa informe di vichinghi incazzati a morte con la croce e tutto ciò che essa rappresenta. Note & rivelazioni di chiusura: i più attenti sapranno che non è vero che non ci sono notizie, la novità è anche bella grossa. Gaahl, leader dei Gorgoroth (o di quello che ne rimane), ha dichiarato pubblicamente la propria omosessualità, gettando nello sconforto centinaia di fan che mai e poi mai si sarebbero aspettati di vedere tra i riflessi della nera fiamma qualche sfumatura di rosa. Eppure neanche questo le impedirà di continuare a bruciare; del resto se le parole di Giacomo I sono state pronunciate proprio nell’anno 616 (cifra che secondo recenti studi sull’Apocalisse di San Giovanni identifica il VERO numero della bestia) del primo millennio, un motivo ci sarà…

1 commento:

In volo con la Fenice ha detto...

Bel blog.Penso che il Black Metal,se interpretato nel modo giusto,sia uno degli strumenti più importanti per "imparare" cose intelligenti,è un genere riflessivo e ragionato.Ovviamente non sto parlando di gruppi campati in aria che ripetono 100 volte "satan" "evil".Io e altri amici abbiamo creato un blog su cui da qualche giorno scriviamo le nostre idee in materia di Satanismo filosofico.Se vi capita,dateci un'occhiata,credo che sia interessante.Hail.