PROGRESSIVE METAL
Tirare le somme di un intero anno per un genere complesso come il Prog mi fa saltare in mente l’immagine di un anziano signore con una lunga barba bianca intento a svuotare le rive di un immenso lago, armato soltanto di un cucchiaino da caffè. Le uscite sono state parecchie e, nonostante questo 2008 abbia rappresentato un anno di transizione per alcuni dei nomi più blasonati della scena, non sono mancate alcune perle in grado di lasciare pubblico e critica a bocca spalancata. Vorrei cominciare con un occhio di riguardo a quel pugno di band italiane che hanno saputo mantenere una promessa che affonda le sue radici in un passato non lontano, che alcuni di voi ricorderanno con piacere come il periodo d’oro del progressive rock “made in Italy”. Perché non cominciare nominando proprio uno degli artefici di quel miracolo italiano? Sulle spalle il peso di tanti anni di carriera quanti basterebbero a piegare il cemento, eppure più saggi e più vivi di quanto non si possa ricordare in un recente passato, Le Orme tributano al 2008 l’uscita di un disco live che testimonia la loro performance al Zoellner Arts Center di Bethlehem di tre anni fa. Si tratta pur sempre di un live, ma fa piacere constatare lo stato di salute di alcune pietre miliari del prog rock tricolore, che dimostrano di saper ancora fare degnamente il loro mestiere, affrontando la dura concorrenza delle nuove agguerrite leve. Rimanendo nell’ambito di quelle band storiche in grado di mostrarsi all’altezza della sfida del tempo, mi pare doveroso ricordare i Dark Quarterer: formatisi nel lontano 1972 sotto il monicker di Omega Erre, la band toscana ha recentemente pubblicato l’album Symbols, disco che merita un occhio di riguardo in quanto vero e proprio capolavoro di epicità progressive. Prima di abbandonare il nostro giardino di casa per dare un’occhiata a ciò che è avvenuto in terre lontane, è doveroso prendere atto della definitiva affermazione di un grande musicista nostrano che risponde al nome di Marco Sfogli. Dopo aver collaborato con musicisti del calibro di James LaBrie, Matt Guillory e John Macaluso, il chitarrista casertano è giunto alla pubblicazione di There’s Hope, un album strumentale di ottimo progressive metal, all’interno del quale le molteplici sfaccettature costruiscono un risultato degno di grande attenzione. Ma veniamo al dunque: i grossi nomi? Puntualizziamo subito che, non trattandosi di anno dispari, agli odiati/amati Dream Theater è toccato rimanere fermi in attesa della pubblicazione del successore di Octavarium. I cinque newyorchesi, tuttavia, non si sono astenuti dall’intasare gli scaffali dei collezionisti più fedeli con due nuove release: un greatest hits (chi ha detto “inutile”?) che raggiunge i livelli di massimo coinvolgimento nell’intrigante -ed eloquente- copertina, ed un Dvd live (chi ha detto “noia”?) che testimonia -con tanto di cofanetto 2Dvd e 3Cd- il recente Chaos in Motion World Tour. Altri nomi importanti hanno fatto dei grossi regali. È il caso degli Ayreon del caro Lucassen, il quale, reclutata buona parte della crème de la crème della scena metal mondiale, ha dato vita a 01011001: un album sicuramente complesso, di non facile assimilazione, ma estremamente interessante. Evergrey ora: una band che a mio parere non ha mai fatto grossi passi falsi; il nuovo Torn è un disco davvero valido, in grado di mostrare tutte le capacità della band senza perdere un solo punto in godibilità ed impatto. Non si può dir che si tratti di una sorpresa, ma con il nuovo lavoro gli Evergrey hanno risalito un altro gradino della lunga scala. Riassumendo, giudicherei l’anno appena trascorso per il prog, e tutte le sue sfaccettature, in maniera tendenzialmente positiva. Non chiedetemi di scegliere un disco che possa elevarsi a sovrano: alcuni di quelli citati rappresentano dei validi candidati ad un trono che a mio parere rimane in attesa dell’album definitivo. Forse proprio quest’immagine riassume il 2008 in ambito progressive: un insieme di scoperte, riscoperte e passi avanti verso una meta non ancora raggiunta. Tra queste forse i Suspyre meritano un posto d’onore.
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