THRASH METAL

Toccare il tema “bilanci di fine anno” in ambito thrash ci porta inevitabilmente a parlare di un interessante quanto spinoso argomento: quello delle “reunion” e dei “comeback”. C'è chi si è infatti spinto a parlare di una “seconda giovinezza” del genere, visto il ritorno sulle scene, o semplicemente a certe sonorità, di grandissimi nomi. Inutile girare attorno a quello su cui verte la maggiore attenzione: quel Death Magnetic degli amati/odiati Metallica che ha illuso, fatto sognare, esaltato, deluso e scontentato milioni di fan dalle reazioni contrastanti, quando non diametralmente opposte. La maggior parte delle impresioni parla di un comeback non perfettamente riuscito, anche se il disco è stato valutato molto positivamente. Dalla stessa malattia è poi afflitto l'altro attesissimo ritorno, ossia Inflikted dei fratelli Cavalera, che si lanciano nel tentativo di riacchiappare fans persi con le ultime deludenti produzioni, limitandosi però a un lavoro superficiale e sbrigativo - quando invece questa coppia stellare sarebbe in grado, se trovasse il coraggio, di sfornare musica di altissimo livello, come già ha saputo dimostrare. La mia opinione è che tali attese uscite abbiano tolto luce a dischi di grandissimo livello usciti quest'anno: mi riferisco in particolare a due ritorni altrettanto attesi da chi conosce le bands in questione: Death Angel e Laaz Rockit. Rocciosi e potenti come non mai questi ultimi, in grado di non far pesare la poca originalità stilistica compensando con esecuzione, professionalità e violenze espressive degne di nota, rientrando, e in un ruolo tutt'altro che secondario, in una schiera di gruppi che comprende anche nomi degni di nota come i Torture Squad, che con Hellbound si confermano una delle band brasiliane più in forma, gli immortali Destruction, o i più giovani Warbringer, Saratan, Toxic Holocaust e Pitiful Reign. La dimostrazione che il thrash vecchio stile è ancora in grado di portare ad ottimi risultati non solo band che ne hanno vissuto il periodo d'oro, ma anche nuovi adepti. Dall'altro lato vediamo chi non si accontenta e cerca di spingersi verso un lato più moderno: ciò lo ritroviamo, seppur in minima parte, nell'attesissimo ritorno dei Testament, i quali si scrollano con The Formation Of Damnation un po' di dosso la furia di The Gathering per abbandonarsi a soluzioni stilistiche più moderne e accattivanti; Per quanto il risultato sia già di per sé accettabile, spetta ai già citati Death Angel l'oscar per questa categoria: Killing Season è un incredibile connubio di classico e moderno, di old-school e “new-thrash” (passatemi il termine); merito della band è quello di aver fuso tali elementi in un lavoro maturo, accattivante, coinvolgente, ma anche violento, grezzo e aggressivo. Gli ormai affermati Trivium, con Shogun, lasciano i sentieri thrash avvicinandosi a canoni più heavy con influenze metalcore. Se un po' di thrash vecchio stile non guasta mai, è anche vero che i tempi e le mode cambiano, e la musica con loro. Questo 2008 ha riportato questo storico genere alla ribalta, dimostrando che c'è ancora la voglia di vederlo vivo e attivo. Molti nomi, vecchi e nuovi, stanno contribuendo a consolidarne la struttura portante, ma è tempo che qualcosa si muova verso il futuro, in maniera intelligente. Il primo passo io lo vedo fatto dai Death Angel. A chi il prossimo?

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