EXTREME AGGRESSION

KREATOR [1989], THRASH METAL
1989, Essen, Germania. La storia del thrash era già passata di qua tre anni prima, per consegnare all'olimpo il leggendario Pleasure To Kill, e tornava ora, dopo il magnifico Terrible Certainty, per portare un compagno al masterpiece del thrash europeo. Extreme Aggression, questo il nome del quarto full-lenght dei tedeschi Kreator, è uno dei più grandi classici della band, forse il migliore dopo il già citato Pleasure To Kill, rispetto al quale mostra sia segni di continuità sia evidenti mutamenti dovuti ad una maturazione tecnico stilistica notevole. Aggressione estrema, il modo migliore per descrivere il disco, un titolo davvero azzeccato che racchiude il pensiero della band in due parole; peculiarità della corazzata teutonica è sempre stata infatti quella di portare avanti un messaggio musicale incentrato su di un'aggressività senza compromessi, dalle strutture ritmiche dirette ed articolate in efferati assemblaggi di riff letali, martellanti e infarcite di adrenalina, ripartenze, accelerazioni sferzanti e testi genuinamente rabbiosi, costruiti attorno ad un riffing potente e graffiante, esaltante a dir poco. Questa missione si concretizza qua in maniera splendida, prendendo forma in canzoni indimenticabili come la violentissima e velocissima titletrack 'Extreme Aggression', dall'assolo delirante ed intriso di sinistra melodia, 'No Reason to Exist' o la serratissima 'Betrayer', un inno al moshpit: pezzi ormai entrati nella storia della band, terremotanti ed irresistibili esercizi di thrash fulminante. Esse, come tutte le altre tracce presenti sul disco, sono costituite da uno schema piuttosto semplice ma efficacissimo e mai noioso: un inarrestabile Ventor alla batteria guida con grande caparbietà una suprema sezione ritmica, quasi sempre lanciata a grandissima velocità e supportata a sua volta da un riffing impenetrabile e tesissimo che non lascia spazio a punti morti; da segnalare la grandiosa capacità, sotto questo punto di vista, di ottenere una certa varietà tra i riff, che scorrono velocissimi uno dietro l'altro con minuscole variazioni che contribuiscono ad un ottimo risultato finale [uno splendido esempio ci viene fornito da Stream Of Consciousness]. 'No Reason To Exist' e 'Love Us Or Hate Us' ci mostrano come alcune band, quelle una spanna sopra alle altre, possano essere grandiose anche senza molta originalità: i due pezzi sono piuttosto simili tra di loro e canonici in generale, ma la grinta con cui la band li propone, la voce al vetriolo, semplicemente unica, di Petrozza e la violenza con cui colpiscono l'uditorio le rendono pezzi memorabili. Con Some 'Pain Will Last' la band si avventura su territori più lenti: il risultato è un pezzo inquietante e dall'incedere pesante, in cui Mille trova una forma davvero incredibile nell'interpretazione, accompagnando alla perfezione il lavoro ritmico dei compagni; nel finale, a scongiurare l'effetto monotonia, sopraggiunge una provvidenziale accelerazione. Il vero classico arriva però con 'Betrayer', destinata a stabilirsi fermamente nelle setlist live delle band: il brano rimanda ai Kreator più grezzi dei primi due dischi, con una struttura semplice, rabbiosa, la batteria che insiste ossessivamente sullo stesso ritmo e la linea vocale più feroce che mai, soprattutto nel refrain, destinato nei live all'accompagnamento da parte del pubblico con un risultato devastante. Insomma, Extreme Aggression è uno dei migliori dischi della band, e anche un punto di riferimento per la storia del thrash mondiale; un disco carico di rabbia, cattiveria, veemenza; una delle maggiori testimonianze di come la passionalità può sopperire ad una tecnica non sopraffina, confezionando comunque un capolavoro. Se vi ritenete amanti del lato duro del metal, questo disco dev'essere nella vostra collezione; se non lo è ancora, c'è qualcosa che non quadra. Da Metallized.it

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