TERRIBLE CERTAINTY
KREATOR [1987], THRASH METAL
'Terrible Certainty' è il terzo album dei thrashers tedeschi Kreator, per alcuni puristi del genere il miglior album del combo mitteleuropeo dopo 'Pleasure To Kill'. Con questo album, la band tedesca dimostra di poter proseguire sulla strada brutale tracciata già col debut album 'Endless Pain' e proseguita nel masterpiece 'Pleasure to Kill': la posizione del combo guidato da Mille Petrozza si consolida tra le più rispettate dell'Olimpo dell'heavy metal mondiale, grazie ad un'altra mazzata di thrash metal velocissimo e furioso. Le attrazioni principali di questo album sono il ritmo alto dei riff e il migliorato valore tecnico dei musicisti, la batteria potente, e la voce strozzata tipica del buon Mille: praticamente ogni pezzo è marchiato da un riffing riconoscibile e altamente orgasmico, e l'intera tracklist è imperniata naturalmente sulla velocità e la rapidità di esecuzione degli stessi; canzoni come la tellurica 'Storming With Menace', 'Blind Faith' e 'No Escape' possiedono alcuni tra i più potenti e tecnici thrash metals riff mai creati dai Kreator e diventano istantaneamente delle killer-tracks da tramandare ai posteri, merito anche della nuova produzione, che esalta il drum quadrato e incessante di Jurgen Ventor. Invece di essere coperta dall'impasto delle chitarre, la batteria può ora mostrare tutto il suo potenziale offensivo in una forma smagliante che in passato pareva scivolare leggermente in secondo piano. In questo album Petrozza si accolla la quasi totalità delle vocals, che in passato alternava con il batterista, e acquisisce un suono più nitido e capace di sferrare colpi ancora più efficaci. Tuttavia, l'album non si limita 'solo' ad un riffing lavico e ad un drumming ipnotico. Infatti, non vengono mai meno la potenza pura, i cori esaltanti da urlare sotto il palco a squarciagola e l'aggressività ampiamente forgiate nei dischi precedenti, elemento non secondario se si considera la maturazione tecnica e stilistica sia dei musicisti che della stessa produzione; anche il songwriting si è voluto da una primordiale forma basata su liriche distruttive e giovanili a delle tematiche più ragionate, come la religione e la fine del mondo, rimanendo di matrice fortemente thrash ma risultando al tempo stesso più orecchiabili. La sezione solista delle chitarre prevede assoli fulminanti e istantanei, non eccessivamente prolungati o virtuosi ma decisamente abrasivi. In appena 35 minuti di durata, i Kreator eviscerano il meglio del loro sound sanguinario passando da qualche intro lenta all'immancabile riff caotico. Nel complesso, questo album è un segnale di notevole maturazione, che mantiene le componenti estreme e violente di Pleasure to Kill e le completa con elementi nuovi come quelli già citati: testi più intelligenti e melodici, cori sempre più accattivanti, migliore qualità della produzione e della caratura dei membri di questa band implacabile. Questo album è tutto ciò che un album di thrash deve avere, e anche molto, molto di più. Da Encyclopaedia Metallum.
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