NIGHTFALL IN MIDDLE EARTH

BLIND GUARDIAN [1998], POWER METAL
Con questo album i Blind Guardian vengono consacrati definitivamente nell'Olimpo dell'heavy metal, perchè piazzare tre dischi super uno dietro l'altro come 'Somewhere Far Beyond', 'Imaginations From The Other Side' e, appunto, 'Nightfall In Middle-Earth' non è certo impresa facile. 'Il cristallo era, per i Silmaril, null'altro che ciò che il corpo è per i Figli di Ilùvatar: la dimora del suo fuoco interiore, che è in esso e insieme in ogni parte di esso, e che ne costituisce la vita.' Simile è ciò che rappresenta il Silmarillion per i Blind Guardian in 'Nightfall in Middle-Earth': un qualcosa a cui dare vita con musica che vi si sposi alla perfezione, tanto da rendere quasi immediato il collegamento Blind Guardian-Tolkien, nel bene e nel male. Era il 1998 e la scena del metal melodico non era ancora completamente inflazionata, anche se cominciava a dare i primi segni di cedimento; ed erano passati tre lunghi anni per i Blind Guardian dal loro ultimo lavoro in studio quando uscì questo 'Nightfall In Middle-Earth', un'uscita che segnò pesantemente la scena e anche la carriera dei quattro tedeschi. Il disco segna anche la completa evoluzione del loro sound, dall'iniziale e grezzo speed degli esordi a un metal che riesce ad essere diretto e aggressivo ma anche maestoso e melodico, intriso di partiture sinfoniche, tecnica eclettica e sopraffina, eleganza raffinata e ricercata con perizia da veri Maestri. Se cercate velocità e adrenalina, quale miglior opener di 'Into The Storm' potrà fare al caso vostro? L'incedere in levare della strofa, il mood vagamente oscuro che aleggia su tutto il disco e il possente chorus lo hanno fatto diventare uno dei classici dei Blind, e sarebbe impensabile un concerto senza. Ma tutto il disco è un concentrato di potenza, melodia, epicità: 'Nightfall', ad esempio, mette i brividi addosso, tanto è forte il suo potere evocativo, mentre 'The Curse of Feanor' riesce perfettamente a tradurre in musica tutta la rabbia e l'odio che il principe degli Eldar, Feanor, ha messo nel suo Giuramento. Ma anche gli intermezzi, alle volte musicali e alle volte semplicemente parlati, che collegano quasi tutte le tracce di questa opera riescono ad appassionare e a tenere in costante tensione l'ascoltatore. Ascoltatore che, dopo la sofferta e malinconica 'Blood Tears', viene letteralmente stordito dalla bellezza, dalla potenza e dall'energia delle note di 'Mirror Mirror', sicuramente a oggi il pezzo più famoso dei Blind Guardian e, probabilmente, anche il più bello. Sin dopo il primo impatto è impossibile non riascoltarla ancora ed ancora, sia singolarmente che in mezzo al concept. Un brano che da solo basterebbe a rendere buono un disco zeppo di mediocrità, ma che in un contesto quale quello di 'Nightfall In Middle-Earth' risulta essere una gemma, un Silmaril incastonato in una splendida corona. E il disco prosegue, prima con la nuova sofferenza di 'Noldor' e quindi con la battagliera ed epica 'Time Stands Still [At The Iron Hill]', passando per pezzi malinconici ['Thorn'], e lente, struggenti partiture di piano, su cui Hansi Kursch abbandona il suo classico timbro di cartavetro per accompagnare più delicatamente la melodia ['The Eldar']. Ma prima del finale, di nuovo tanta rabbia, velocità, tanto metal diretto e con pochi fronzoli, con 'When Sorrow Sang', canzone che andrebbe fatta sentire a chi dice che NIME è un album troppo moscio. E quindi, in mezzo a ben tre mini-tracce, la conclusiva, epica e cadenzata 'A Dark Passage', che suggella un disco perfetto dal primo all'ultimo secondo. Un disco che si chiama fuori dalle classiche gare di 'Qual è il miglior disco del gruppo?'. E' qualcosa di più completo, qualcosa che fonde davvero alla perfezione il lavoro musicale e quello lirico. Un disco da avere, per chiunque.

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