SOMEWHERE FAR BEYOND
BLIND GUARDIAN [1992], POWER METAL
Se si dovesse indicare con precisione l’anno di svolta nella carriera dei Blind Guardian, il momento che impresse per sempre la band tedesca nella mente di tutti gli estimatori del Power Metal, si indicherebbe senza dubbio il 1992. Siamo al cospetto del power metal nella sua forma più elevata, dinnanzi ai Blind Guardian ai loro massimi livelli [o quasi, ma sarebbe come discutere sul sesso degli angeli]. Probabilmente potremmo utilizzare la title track come perfetta sintesi del quarto capitolo in studio del Guardiano Cieco: Questa canzone ha TUTTO quello che si può chiedere ad una canzone power metal: ritmo incalzante, melodia, aggressività, sprazzi folk, chorus da puro delirio, trame di chitarra fluide e travolgenti, un drumming ottimo da parte del grande Thomen. Tutto. Quale altro modo per definire un album che inizia con una canzone come 'Time What Is Time'? Dopo un delicato e sublime arpeggio iniziale si scatena tutta la potenza di un riffing tagliente ed impetuoso, che lascia spazio alla straordinaria voce di Hansi in un testo filosofico e introspettivo basato sulle vicende di Blade Runner; fantastico il ritornello, impossibile non cantarlo a squarciagola. In tema di riffing tirato e potente, ecco arrivare 'Journey Through The Dark', che non abbassa minimamente lo standard qualitativo proposto nella prima traccia. Un inizio di album davvero al fulmicotone, che lascia intuire l'enorme evoluzione perpetuata in seno alla band tedesca; ma è già il tempo di un cambio di atmosfera, che si fa lenta, oscura, malinconica con 'Black Chamber', dalla breve durata ma dalla grande intensità, apripista alla solenne e ricca di pathos 'Theater Of Pain'. L'aria che si respira in 'The Quest For Tanelorn' è invece assolutamente epica, perchè anche qui si mantiene una certa 'oscurità' di fondo, ma il ritornello e soprattutto il bridge sono assolutamente trascinanti. Da segnalare inoltre il meraviglioso assolo suonato da Kai Hansen nel mezzo del brano. Probabilmente non esiste alcun punto debole in questo full length; particolare nota ai testi scritti da Hansi di riflesso alla prematura scomparsa del proprio padre. E ovviamente ne risente anche la musica, che sebbene sia molto rabbiosa e tirata, è pervasa da una spiccata vena malinconica, e non poteva essere altrimenti. L'elemento dominante è, tuttavia, la magia: 'Now we all know, the bards and their songs; when hours have gone by I'll close my eyes'. Chi può resistere dal cantare questi versi, non appena iniziano i magici e melodiosi arpeggi di Andrè e Marcus nella ballad 'The Bard's Song'? Non è possibile descrivere questa canzone: va ascoltata, va cantata, va vissuta. Essa ha però anche una parte più ritmata, ugualmente magica e stupenda, che riprende in alcune parti la melodia portante di 'In The Forest' e ci narra del periglioso viaggio intrapreso dal giovane hobbit Bilbo Baggins, per andare a recuperare il tesoro di un drago assieme ai suoi amici Nani. Sembra ancora quasi una canzone unica ma in realtà 'Piper's Calling' non è il finale di 'The Hobbit' ma è l'intro a suon di cornamuse della title-track, la maestosa, epica e regale 'Somewhere Far Beyond', ampiamente descritta in incipit quale pezzo migliore della tracklist. Sette minuti e mezzo che chiudono alla perfezione un album perfetto, splendidamente impostato tra fantasia, potenza, virtuosismo tecnico e melodia istantanea. I Blind Guardian hanno dato la loro lezione di metal. Spiace per gli altri, ma tutti in fila ad imparare. 'Tales From the Twilight World' solo due anni prima aveva fornito alla band la gavetta necessaria ad esplodere in tutto il mondo, dalla Germania al Giappone, e le aveva indicato la strada da seguire per arrivare al successo. Pochi punti, ma essenziali: arrangiamenti di voce e chitarra mai sentiti prima, una cura maniacale per i soggetti delle liriche, melodie originali e di grande impatto. Non serve altro per sfondare. Sono molti i riferimenti letterari nelle canzoni di questo lavoro. 'Time What Is Time' è ispirata al libro di Philip K. Dick 'Il cacciatore di androidi'. 'The Quest for Tanelorn' è ispirata al libro di Michael Moorcock 'Elric di Melniboné'. 'The Bard's Song: In the Forest' e 'The Bard's Song: The Hobbit' al romanzo di J.R.R. Tolkien 'Il Signore degli Anelli'; 'Somewhere Far Beyond' si basa sulla serie di racconti de 'La torre nera' di Stephen King. Come si può notare Hansi non ha ancora trovato al cento per cento la sua strada, dal punto di vista del songwriting, e scrive di tutto un po’, senza una meta precisa. Da questo punto di vista il successivo Imaginations From the Other Side sarà molto più coerente, poiché tenderà a convogliare tutte le storie trattate sotto un mood uniforme, una grande idea di base comune. La qualità delle canzoni in questo caso è comunque eccelsa. 'Time What is Time', 'The Bard’s Song', 'Somewhere Far Beyond' sono ormai entrati nell’Olimpo dei brani più belli di sempre. Orecchiabilissimi, potenti, unici, non temono rivali con le produzioni più recenti. Naturalmente il sound è più grezzo, i cori sono meno pomposi, ed i brani più concentrati rispetto ai dischi successivi, ma anche questo è un elemento cruciale di distinzione rispetto al resto della loro produzione. Con Somewhere Far Beyond i Blind Guardian sono ancora nella fase di sviluppo: le sperimentazioni vere e proprie arriveranno più avanti. Un album meraviglioso ed indimenticabile.

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