LA STORIA DEI FOUR HORSEMEN
METALLICA, ALLA RICERCA DI UN SOGNO
DI RINO GISSI, PARTE QUARTA, TRATTO DA METALLIZED.IT
Nel 1995 la band inizia a parlare di testi più introspettivi e anche di una inclinazione melodica intrapresa dal sound del quartetto: tuttavia i fans aspettano con la bava alla bocca un prepotente ritorno al thrash metal in seguito ad un'escursione nel metal mainstream di qualche anno prima. Cinque anni di silenzio -senza Internet, senza l'abbondanza di band che c'è oggi- hanno portato l'attesa della gente a livelli di guardia elevatissimi. L'uscita di Load, questo il titolo annunciato, è però preceduta da apparizioni inquietanti: le foto ufficiali dei Metallica targati 1996 portano sulle fanzine e sulla stampa specializzata qualcosa di assurdo e patetico, non tanto per i capelli, tagliati cortissimi per tutti e quattro gli ex thrashers californiani, quanto per il loro look bizzarro e inaccettabile per chi, assieme ai Metallica, ha sempre combattuto contro le mode, le apparenze, lo snobismo da rockstar. James coi capelli tinti di nero, Lars col trucco attorno agli occhi, Kirk travestito da gangster anni '30, con tanto di piercing, tattoo e sigaro cubano: l'abito non fa il monaco, ma se il buongiorno si vede dal mattino per i metalhead old school è notte fonda. L'uscita del primo singolo, Until It Sleep, conferma ogni timore: i Metallica, ora, suonano un hard rock sempliciotto e malinconico, che strizzava l'occhio alle classifiche e che nulla aveva della vecchia potenza tipica della band. La delusione è enorme: critica e fans danno addosso al combo americano, che in tutto e per tutto sembra essersi piegato alla dollarosa causa del trendy. Load è tutto sommato un buonissimo album di hardrock melodico, che se fosse stato partorito da qualsiasi altra band minore avrebbe meritato commenti positivi: ma dai giganteschi Metallica, ruggenti leoni dell'heavy metal per oltre un decennio, non ci si può aspettare un timido miagolio di questa sorta. Quello che più evidentemente risaltò nelle dichiarazioni dei quattro di Frisco, fu un approccio più tranquillo e spensierato alla creazione delle nuove canzoni: vennero abbandonate sia le vecchie trame sofisticatissime, lunghe e infarcite di molteplici riffs diversi, e fu preferito un songwriting più immediato, facile da suonare e basato su un unico riff a seconda del pezzo; se Ain't My Bitch era la traccia più energica e vicina alle caratteristiche del Black Album, quella più lontana da tutto il repertorio classico dei Metallica era Mama Said, sofferente ballata dal sapore country dedicata da James Hetfield alla madre. La conferma della nuova rotta intrapresa dalla band arrivò con l'annuncio della sua partecipazione ad un festival di rock alternativo come il 'Lollapalooza', nel quale i Metallica scelsero nientemeno che gli Oasis nel momento in cui furono gentilmente invitati a scegliere altre band da inserire nel cartellone! Successivamente i Four Horsemen girarono il globo in lungo e in largo con il loro 'Poor Re-Touring Me', in cui fortunatamente suonavano scalette a metà tra i pezzi nuovi e i poderosi vecchi calibri; il tour procedette fino alla vigilia del Capodanno 1997, celebrato con estratti di vari classici dell'heavy metal più la cover maideniana 2 Minutes to Midnight proprio a due minuti dai festeggiamenti.

Il nuovo anno vede i californiani on the road per cinque mesi, all'azione in show modernissimi ed effetti speciali hollywoodiani: delle esplosioni sul palco davano l'idea di un incidente reale che costringeva Hetfield ad allontanarsi dai riflettori, con tanto di stuntman che balzava sul palco avvolto dalle fiamme e veniva soccorso da un manipolo di paramedici; quando la calma era ripristinata, i Metallica si ritrovavano a suonare i loro cavalli di battaglia più datati in un angolino del set, rannicchitai sotto un unico riflettore quasi a voler dar l'impressione di quattro ragazzini qualunque che suonano rabbiosi in una sporca cantina della Bay Area! Nonostante le critiche e il malumore dei fans, era un periodo abbastanza florido per i Nostri eroi, che nel frattempo erano cresciuti e mettevano su famiglia: Lars e James sposarono le proprie consorti a pochi mesi l'uno dall'altro. Per l'estate di quel 1997 fu annunciata l'uscita di un secondo disco nato dalle sessioni di Load, che inizialmente doveva essere un doppio: inutile, quindi, aspettarsi un lavoro di stampo più heavy. Prima dell'uscita del platter, i Quattro furono protagonisti di un concerto benefico a favore di un istituto per ragazzi disabili, fecero un paio di date in una discoteca londinese e collaborarono per il singolo The Memory Remains con Marianne Faithfull, la prima 'donna maledetta' del rock, la quale si limitava a qualche rantolo farfugliato nel pezzo; alla sua uscita, Reload sembrò leggermente migliore del suo predecessore, forte di pezzi sempre 'commerciali' ma meno noiosi come Fuel o The Unforgiven II, sequel della celebre ballata del '91. Tra apparizioni televisive e vari riconoscimenti, gli ex Four Horsemen erano ormai degli agiati signori sulla trentina con tanti anni di musica dura alle spalle e una rosea prospettiva di fama e ricchezza sotto i propri occhi: sembravano definitivamente tramontati i tempi della ribellione, del sudore, dei capelli lunghi e della lotta al conformismo.

Nonostante tutto, i Metallica continuavano a lavorare sodo, sempre in tour e sempre con un'energia invidiabile: dal vivo, nessuno notava la differenza con i vecchi Cavalieri dell'Apocalisse. Il 1998 inizia dunque sempre on the road, allietato dalla nascita dei primogeniti di James e Lars. Nel corso dell'annata, i Quattro si chiusero in studio per registrare un doppio album di cover rock e metal, Garage Inc, doveroso tributo alle radici del background del combo californiano. Il disco fu promosso con una serie di date nei club, accompagnati dalla coverband dei Battery: questi ultimi suonavano i pezzi dei Metallica, che invece si cimentavano nelle cover. Le iniziative del tutto particolari procedettero nel 1999: ad aprile i Four Horsemen suonano due date assieme all'Orchestra Sinfonica di San Francisco al Community Theater di Berkeley, riarrangiando classici e nuovi pezzi sotto la saggia direzione di Michael Kamen, che anni prima aveva già lavorato con la band a Nothing Else Matters: il risultato, immortalato nell'album S&M, pubblicato a novembre, è apocalittico, maestoso e addirittura tronfio secondo alcuni critici; fatto sta che i Metallica ci prendono gusto, e tengono degli spettacoli anche con l'Orchestra di Berlino e con quella di New York, al Madison Square Garden. I californiani proseguirono l'annata con un fittissimo calendario di date sui palchi di tutta Europa, e non solo: una delle più incredibili fu quella del 24 luglio per il trentennale di Woodstock. I Ragazzi sciorinarono una serie enciclopedica di classici d'antologia di fronte alle nuove generazioni, ma il festival fu un drammatico fallimento a causa di un'organizzazione disastrosa. Uno stupro, stand devastati, risse: altro che 'peace & love', il pubblico di Woodstock '99 ha saputo rovinare un evento gioioso trasformandolo in un incubo.

E incubo sembra essere la parola giusta per segnare l'ingresso dei quattro di frisco nel nuovo Millennio. Il 2000 passa alla storia come l'anno del caso Napster, programma di file sharing che permetteva ai propri utenti registrati di scaricare e scambiarsi gratuitamente caznoni di artisti vari. La miccia che fece tuonare l'ira di Lars Ulrich fu I Disappear, innocua traccia composta su commissione per la colonna sonora del film Mission: Impossible II, che iniziò a circolare tra gli utenti prima della sua uscita ufficiale. La querelle che ne conseguì fu una telenovela lunga e deplorevole, con tanto di citazione da parte dei Metallica degli utenti da bannare. I fans e la critica accusarono pesantemente i quattro californiani, additandoli come rockstar mercenarie e denunciatutti, visto che oltre a Napster furono citate in giudizio svariate altre aziende che utilizzavano il nome della band impropriamente: da un mobilificio ad una casa produttrice di abbigliamento intimo femminile. La realtà come sempre sta nel mezzo: lo stesso Ulrich spiegò che non era una questione meramente venale, perchè la band stava perdendo più soldi in avvocati e cause legali rispetto a quanti ne avrebbe persi lasciando che Napster continuasse a distribuire senza consenso la musica creata da altri. In effetti il principio che muoveva il danese a mettersi a capo di questa rabbiosa rivolta tesa a far chiudere Napster era sensato e motivato, perchè è giusto che chi crea musica -o qualsiasi altra forma d'arte o prodotto- abbia il diritto totale di decidere cosa farne, in tutto e per tutto. Semmai furono i modi di Lars, scontrosi e isterici, a metterlo in cattiva luce. I Metallica avranno ragione su Napster [si troverà un accordo consensuale], ma da allora la fama del quartetto e in particolare del drummer europeo iniziarono a subire un colpo pesante da digerire agli occhi della gente. Intanto la band, tra un concerto e l'altro, aveva trovato vari modi di passare il tempo libero: Kirk partecipò ad un corteo a Frisco contro il caro-prezzo delle sale prova, James cantò con i Motorhead e i Misfits e lo stesso Lars partecipò ad un insolito torneo di tennis, sfidando assieme al campione John McEnroeì la coppia composta dal bassista dei REM Micke Mill e dall'altro tennista Jim Courier; i quattro improvvisarono poi qualche classico della NWOBHM.

Con l'avvento del 2001 ricominciarono a piovere grane sulla band: innanzitutto, le sospettate e insanabili divergenze tra Jason Newsted e lo zoccolo duro della formazione portarono il bassista fuori dalla band dopo quindici anni; la causa ufficiale furono i problemi fisici, dovuti all'eccessivo headbanging, lamentati dal ragazzo del New Jersey. La realtà parlava invece di un musicista totale che nei Metallica non riusciva a sentirsi tale, confinato ai margini dall'egocentrismo compositivo di Ulrich ed Hetfield e oppresso dal proibizionismo che il singer ostentava verso la sua irresistibile voglia di suonare in progetti paralleli: per Hetfield, esistono solo i Metallica. Per difendere la storia e il nome di una band che stava attraversando un periodo di declino apparentemente irreversibile, James era pronto a tutto: ma le sue ambizioni dovettero scontrarsi contro i suoi crescenti problemi personali, con una dipendenza dall'alcool ormai insopportabile. Hetfield aveva sempre amato alzare il gomito parecchio, ma l'alcool era diventato una vera prigione dopo le gozzoviglie di inizio anni '90 e il grande dolore che lo aveva depresso in seguito alla scomparsa del padre. Si stava distruggendo con le proprie mani, così saggiamente decise di entrare in un centro di recupero per curarsi. Per un anno, i Metallica rimasero Hammett e Ulrich, con un futuro incerto e nerissimo e senza notizie dall'amico Hetfield. La band è stata vicinissima allo scioglimento: improvvisamente era calato il silenzio sui chiacchieratissimi ex Horsemen. Il cantante scriveva, talvolta, sul diario online della band, spiegando di una condizione in via di miglioramento; nel novembre 2001 partecipò anche alla festa a sorpresa per il compleanno di Kirk, che ricorda: 'Vederlo è stato uno dei regali più belli che ho mai avuto. E' stato bellissimo rivederlo. Mi emoziono ancora adesso, a parlarne'.

Nel 2002 Hetfield superò finalmente i suoi problemi e tornò dai due compagni di una vita più forte ed energico che mai: i Metallica si chiusero in studio per lavorare ad un nuovo album, coadiuvati dal produttore Bob Rock al basso e supportati dall'ausilio di uno psicologo che avrebbe dovuto scacciare tutti i malumori inconsci e gli eccessi di ego dei Four Horsemen: il tutto venne ripreso e immortalato in un documentario pubblicato postumo col titolo Some Kind Of Monster. Lo stesso metodo di lavoro della band subì un notevole progresso in direzione democratica, come racconta lo stesso Hetfield: 'Io e Lars arrivavamo in studio e dicevamo agli altri cosa fare. Dovevo avere tutto sotto controllo: assolutamente infantile. Tengo talmente tanto ai Metallica che ho quasi annientato la band col mio amore'. Ora i Metallica lavoravano tutti assieme, e nella stessa direzione: il cantante aveva superato le sue debolezze, chiuse dietro ad un volto serioso e un carattere da freddo lupo solitario. Si era finalmente tolto la 'maschera' sotto la quale celava ogni sofferenza, fermamente convinto di non dovere e potere dare segni di debolezza: 'C'è un sacco di machismo in questo mondo, ma la cosa più virile che puoi fare è affrontare le tue debolezze e svelarle. Se sveli le tue debolezze alla gente dimostri forza, e questo permette di aprire un dialogo, di creare amicizie. E a me è successo così'. Man mano che i mesi passavano, cresceva l'attenzione per l'album che stava nascendo: al di là del fatto che dalla band filtravano voci di sonorità accostabili a quelle di Meshuggah ed Entombed, osservazioni parecchio esagerate ed azzardate, i fans si attendevano ancora una volta un ritorno al thrash metal.

Nel febbraio 2003 fu annunciato l'ingresso in formazione del nuovo bassista Robert Trujillo, vecchio amico della band dai tempi dei suoi tour con i Suicidal Tendencies; tuttavia Trujillo non partecipò alle registrazioni dei pezzi nuovi, che erano già in fase avanzatissima. Ad aprile la band registrò il video di una nuova canzone, St Anger, che sarebbe stata la titletrack del nuovo lavoro: le riprese si tennero nel carcere di San Quintino, temibile luogo dove vigeva una 'No Hostage Policy' e nel quale i Quattro tornarono in un secondo momento per suonare i loro classici di fronte ai carcerati. Arrivò finalmente l'ora di St Anger, che era sicuramente più aggressivo e potente degli ultimi due predecessori in studio; i fans restarono però interdetti, di fronte ad una qualità dei suoni discutibile, volutamente 'da garage', e a pezzi lunghissimi ed estremamente ripetitivi, infarciti addirittura di sprazzi nu metal, la moda del momento. Testi introspettivi ed estremamente ermetici, ritornelli sintetici ripetuti allo sfinimento, tanto casino fine a se stesso e nessuno -dicasi nessuno- assolo di chitarra. Qualcuno lo accoglie come peggiore di Load e Reload, altri ne apprezzano la ritrovata energia e qualche sparuto riff thrash sparso qua e là. Di fatto la band suonerà nei live soltanto due pezzi del platter, Frantic e la titletrack. E' l'inizio di un periodo meno intenso per i Four Horsemen, che rialzano la testa e iniziano a recuperare credito grazie a dei set live mirati a recuperare il repertorio ottantiano; nel 2004 si segnala un'influenza estiva che stende Lars e porta dietro le pelli una tellurica esibizione part-time di grossi calibri come Joey Jordison degli Slipknot e Dave Lombardo degli Slayer. Nell'anno successivo la formazione californiana diventa protagonista di un episodio dell'esilarante cartoon The Simpson, prima di tornare lentamente ad un'attività costante on the road: il 2006 è infatti l'anno del ventennale del mitologico Master of Puppets, e la band lo celebra suonandolo per intero in ogni serata. Le vecchie immortali micce di Battery, Damage Inc, Disposable Heroes e compagne esplodono terremotanti come due decenni prima, più dure di qualsiasi altra cosa fatta successivamente dalla band: con queste premesse, le fantasie smodate dei fans galoppano implacabili, anche perchè Bob Rock esce di scena e il produttore chiamato a sostituirlo è Rick Rubin, che aveva firmato lo slayeriano Reign In Blood. Anche nelle parole dei componenti della band iniziano a sfuggire dichiarazioni di ritorno alle origini, al thrash, come lasciò intendere lo stesso Hetfield: 'I momenti negativi sono ormai un ricordo lontano, da tenere comunque come monito per il futuro. St Anger ha rappresentato il nostro purgatorio, un atto dovuto per diventare un gruppo migliore. Questa volta, invece, abbiamo fatto tutto senza fretta, per essere sicuri di centrare l'obbiettivo. Death Magnetic è un ritorno al passato, alle sonorità che più amiamo, arrangiate in un contesto attuale: potremmo definirlo come un Master Of Puppets moderno, ma non aspettatevi una copia esatta di quel disco'! Il 2007, corredato da un'apparizione al Live Earth, vede la band chiusa in studio per tirare fuori l'anima e le sensazioni provate a metà anni '80, su esplicita richiesta di Rubin: l'attesa dei fans regge per i primi mesi del 2008, fino all'uscita -a cinque anni dal predecessore- di Death Magnetic. Ed è un successo riuscito solo in parte, perchè la band recupera il suo lato più duro, proponendo un heavy thrash degno di rispetto, ma viene anche accusata di aver avviato l'operazione revival solo per riacquistare i fans persi negli ultimi anni di nefandezze. C'è chi critica la produzione e chi non digerisce la riproposizione tale e quale del materiale stile Egihties proposto dalla band; ma dopo anni passati ad attendere un 'ritorno alle origini', sicuramente non si può criticare questa mossa di riscoperta effettuata dal combo californiano. In sede live i Metallica sono ancora capaci di scatenare dei putiferi: qualche errore ci scappa sempre, ma per molti headbangers è il sentimento che conta. E quello non manca mai. La Hall Of Fame della musica rock ha accolto i Metallica nel 2009, e l'evento è stato un'occasione in più per ricordare e celebrare il mito di Cliff Burton, la stella che da lassù,o da laggiù, ha sempre accompagnato i Four Horsemen. Che, spediti e compatti, cavalcano verso quello che sarà ormai il quarto decennio della loro incredibile avventura.

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