WHEELS OF STEEL

SAXON [HEAVY METAL, 1980]
C'era un tempo nel quale quando usciva un disco di heavy metal si trattava effettivamente di heavy metal puro e non, come accade oggi, di sottogeneri che spesso poco o nulla hanno a che fare con il metallo. I Saxon rappresentarono i veri capiscuola e paladini della allora nascente nwobhm. La working class band per eccellenza, con una immagine tremendamente metallara e un aspetto distante anni luce da molte patinate HM band di oggi. La loro attitudine non si è fermata alla sola musicalità, ma ben rappresentata dall'iconografia metallara come l'aquila che campeggiava nelle mega toppe cucite sui chiodi e sui giubbotti in jeans di quegli anni formidabili. Nella loro musica, le infinite praterie brumose battute da cavalieri armati sono state sostituite dai più degni epigoni di questa epicità, ovvero le highway d'asfalto con i motociclisti a bordo di neri cavalli d'acciaio. Wheels of Steel, uscito il 4 Aprile del 1980, è uno dei top heavy metal album di sempre. Quando uscì, il recensore dell'illustre magazine inglese 'Sounds' Geoff Barton gli affibbiò una eccezionale recensione nella quale, preso dall'entuasiasmo per quanto stava sentendo, si interruppe piu' volte per ricomporsi e riprendere fiato! Il disco si apre come meglio non puo', ovvero con la devastante, per potenza e impatto, 'Motorcycle Man', autentica testimonianza di come debba essere un pezzo heavy metal: violenza, velocità, potenza, sincerità e fierezza; non per niente questa probabilmente è la più amata delle Heavy Metal tracks nell'ambiente dei motociclisti. Seguono 'Stand Up And Be Counted', che risalta il lato più 'rallenty' dei Saxon, e '747 Strangers In The Night', un grande classico tutto d'un pezzo, con un pathos tutto particolare. La title track 'Wheels of Steel' è semplicissima nell'arrangiamento ma contiene uno dei riff leggendari della storia del nostro amato metallo; sempre eseguita dal vivo negli anni successivi, rappresentava una specie di pegno che la band doveva pagare nelle sue incandescenti esibizioni dal vivo. Tra i pezzi da sogno compare la successiva 'Freeway Mad', che in soli 2' e 40’ sintetizza il perfetto connubio fra chitarre di chiara discendenza punk con l'attitudine di un ideale pezzo HM. Le rimamenti quattro canzoni non sono comunque da meno nel panorama del british metal. Un commento particolare lo merita però 'Suzie Hold On', la song più lenta dell'album, che rivela il lato più dark dei Saxon. Cari Defender e non, queste ruote d'acciaio e i fischi di Byford non si spegneranno mai nei nostri sogni, il platter è un autentico ‘must’ da avere ad ogni costo, contiene musica immortale, solo puro british metal, solo sogno. Da Truemetal.it

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