1. CHI SONO. Li chiamano ‘The Four Horsemen’, i quattro cavalieri dell’Apocalisse, e non a caso: il thrash metal arriva dalla California agli inizi degli anni ottanta, portato con orgoglio da un manipolo di giovani band trainate proprio dai Metallica, i più fieri capipopolo della rivoluzione. Il disprezzo per le conformità, le regole, le imposizioni e la musica ‘facile’ -come quella glam metal, che spopolava a Los Angeles- portarono James Hetfield e Lars Ulrich a sperimentare un sound più veloce e aggressivo, che colpì nelle parti basse i normali metal fans. Grazie ad una qualità compositiva fuori dalla norma e ispirati da un genio della musica come il bassista Cliff Burton, i Metallica evolvono il loro thrash metal progredendo via via di livello, e arrivando a mettere sul mercato quattro album irraggiungibili, potentissimi e asciutti. L’energia e l’innovazione che ha sempre contraddistinto i primi dischi del combo californiano gli ha permesso di ergersi presto a pilastro e portabandiera più rispettato della scena metal mondiale: nella seconda metà degli Eighties, i Metallica scalzano Judas Priest e Iron Maiden e diventano la band metal per eccellenza. All'inizio degli anni novanta i Metallica hanno portato il metal nelle case di tutti, ottenendo un successo clamoroso, seguito però da un declino musicale e personale. Ciononostante i loro dischi più commerciali hanno rafforzato anche nella testa dei non-metal fans la naturale equazione heavy metal=Metallica. Basti pensare a quanti non esperti parlino dell’heavy metal chiamandolo ‘musica Metallica’, facendo sorridere -o inorridire- gli aficionados. Il nuovo millennio ha portato la lenta risalita e il tanto sospirato ritorno alle origini per il combo americano: un ritrovato splendore e una gloria recuperata. Appartengono alla ristretta cerchia di divinità assolute ed imprescindibili, i Metallica, parte integrante di un ipotetico big ten: i pionieri Black Sabbath, gli sferzanti Judas Priest, gli Iron Maiden con le loro galoppate cristalline, Slayer e Kreator per la loro disumana veemenza, i leggendari Death di Chuck Schuldiner, gli stessi Megadeth ed i giganti del power come Blind Guardian ed Helloween, i progster Dream Theater e pochissimi altre icone che possono fregiarsi del ruolo di istituzioni.

2. CARRIERA. Tutto nasce a Los Angeles, da un annuncio messo su un giornale da james Hetfield: risponde Lars Ulrich, batterista danese non certo provetto, che riesce a convincere Hetfield solo dopo un anno. La carta vincente, per Ulrich, è un posto che riesce ad accaparrarsi per la compilation ‘Metal Massacre’: fottutamente assetato di successo, Hetfield non può più dirgli di no e registra con lui la demo di ‘Hit The Lights’, che con la sua velocità e aggressività sconvolge i parametri metal rock del tempo. In formazione si aggiungono il bizzoso ma funambolico chitarrista dave Mustaine, poi cacciato per intemperanze -e futuro leader dei Megadeth, i rivali di sempre- e Ron McGouvney, bassista mediocre. La musica cambia con l’arrivo di Kirk Hammett in luogo di Mustaine e soprattutto con l’ingaggio del fenomenale bassista dei Trauma, Cliff Lee Burton, che propone di trasferirsi a San Francisco per allontanarsi da una scena troppo glam per i gusti hard della band. E’ l’inizio della leggenda e la scintilla seminale del thrash metal, che nasce proprio lì, nella Bay Area di Frisco. Dal grezzo ‘Kill’Em All’, il più seminale e fulgido esempio di thrash diretto e incazzato, si passa alla parabola evolutiva tecnica e compositiva di dischi come ‘Ride The Lightning’, del 1984, e ‘Master of Puppets’, del 1986, sempre velocissimi ed incandescenti ma più strutturati e dotati di una varietà sonora più ampia, complessa e potente. La band negli anni ’80 cresce in maniera esponenziale e sforna una serie di masterpieces potenti, esaltanti, tecnici e praticamente leggendari. Gli assoli cristallini di Kirk Hammett si delineano fulminei sui ritmi serrati scanditi con aggressività da Lars Ulrich alle pelli; James Hetfield canta con rabbia urlata e si dedica con precisione alla chitarra ritmica, mentre il geniale Cliff Burton al basso dona melodia, tecnica e arte compositiva alla formazione, facendole fare il salto di qualità. La tragedia è però dietro l’angolo e si porta via Burton in un incidente del tourbus: una perdita immane per la band e per la storia del rock. I Metallica vanno avanti in onore di Cliff, e due anni dopo danno alle stampe il loro lavoro più tecnico e pesante, ‘And Justice For All’, con Jason Newsted al basso. E’ l’ultimo disco della prima parte della carriera dei quattro cavalieri: nel 1991 l’omonimo Metallica, più semplice e commerciale, si stacca dal thrash e sfonda nelle classifiche col suo sound mainstream. La band ha un successo clamoroso e si adagia sugli allori: soldi a palate, tour senza soste, hetfield che crolla nell’alcoolismo, due album insipidi di hardrock commerciale, ‘Load’ e ‘Reload’, oltre a un live gigalitico [Live Shit, tre cd e due cassette a un prezzo esorbitante], una raccolta di cover, un live con l’orchestra sinfonica di San Francisco, lo scioglimento sfiorato, la dipartita di Newsted e tanti litigi interni. La terapia per uscire dal ciclone nero dei Nineties è St.Anger, album rabbioso che segna un ritorno all’aggressività ma, a causa di un sound ripetitivo e troppo nu metal, non soddisfa i fans, che chiedevano un ritorno alle origini. Ci vogliono cinque anni e ‘Death Magnetic’ [2008] per sancire la rinascita dei Metallica, che finalmente tornano a guadagnarsi il rispetto e gli apprezzamenti che la loro storia merita, pur non riuscendo a non raggiungere l'unanimità di consensi. Più discussa la collaborazione con Lou Reed per l'inascoltabile esperimento 'Lulu'.

3. TESTI. I temi trattati dai Metallica, in tantissimi anni di carriera, sono molteplici, sempre attuali ed estremamente interessanti. Ecco una selezione dei filoni lirici principali, analizzando per lo più le canzoni dei primi cinque dischi, i classici per eccellenza della band. Metal madness: Hit The Lights, Phantom Lord, Whiplash, Metal Militia. La follia per l'heavy metal, la passione incandescente ed il senso di appartenenza vengono narrati con energia dai primi, giovanissimi Metallica, ancora integrati e mescolati ai loro stessi fan, i ragazzi con cui andavano ai concerti, da spettatori, fino a qualche tempo prima. Episodi biblici: The Four Horsemen, Creeping Death. La Bibbia viene citata con epica e potenza, assumendo peraltro un giudizio critico e negativo sulla cattiveria mai citata ma evidente del 'Dio cristiano'. Motori: Motorbreath, Fuel. Il discorso della velocità viene utilizzato come metafora della vita e di chi la vive troppo in fretta e a rotta di collo, a suo rischio e pericolo. Religione ed ideali: Jump In The Fire, Escape, Leper Messiah, Dyers Eve, The God That Failed, Enter Sandman. Il tema della religione come superstizione e imposizione è ampiamente trattato da James, ribelle dalla prima ora nei confronti dei genitori timorati: il tempo gli ha dato ragione. I Metallica hanno sempre fatto dei loro ideali di libertà -fisica, politica, psicologica- una loro bandiera, come cantato in Escape. Dyers Eve narra invece le frustrazioni del figlio che non può più tollerare la dittatura familiare, rifacendosi all'adolescenza di Hetfield per accusare tutte quelle forme di imposizione che giungono da organi che, invece, dovrebbero rappresentare un rifugio ed un punto di partenza verso l'esterno. Guerra: No Remorse, Fight Fire With Fire, For Whom The Bell Tolls, Battery, Disposable Heroes, Blackned, One, Don't Tread On Me. La guerra ha sempre affascinato i Metallica: sia quella vera e già rea di tragedie terribili -One su tutte- che quella 'temuta', il disastro nucleare sempre dietro l'angolo. La guerra è trattata anche come ferocia tra gli uomini, per esempio in Fight Fire With Fire, o come onore per la patria [Don't Tread On Me]. Società e violenza: Ride The Lightning, Battery, Master Of Puppets, Damage Inc, And Justice For All, Eye Of The Beholder, Shortest Straw, Frayed End Of Sanity, Sad But True, of Wolf And Man. La società è stata, da sempre, un tema scottante sotto la lente di Hetfield e compagni. Tutte le sue indecenze e i suoi lati più infimi sono stati rappresentati con tetra e cruda efficacia, attraverso composizioni truci nell'atmosfera ed elaborate nella forma. Si passa così dalla corruzione giudiziaria denunciata in And Justice For All alla manipolazione psicofisica di Master of Puppets, dal controllo totale sugli individui [Eye of the Beholder] alla campagna mediatica attraverso cui la società diffonde il panico [Frayend End f Sanity], dalla falsità delle persone ad altri argomenti spinosi. Sentimenti: Fade To Black, One, Harvester Of Sorrow, To Live Is To Die, Nothing Else Matters, The Unforgiven. Amore, rassegnazione, solitudine: il mondo dei Metallica passa anche per le lande più gelide dell'esistenza terrena, narrate con l'ausilio di melodie struggenti e stratificate. Letteratura: For Whom The Bell Tolls, Trapped Under Ice, The Call Of Ktulu, The Thing That Should Not Be. Temi ispirati soprattutto dai racconti fantasy di Philippe Lovercraft, incentrati sulle storie mostruose dei grandi Antichi e sul ciclo di Cthulu.

4. CAPOLAVORI. Cinque in assoluto, per la band e per la scena metal mondiale, sono imprescindibili. Kill'Em All è thrash metal allo stato puro: sporco, grezzo e soprattutto veloce, velocissimo, con i suoi ritmi serrati, i riff spezzati, gli stacchi e i cambi di tempo da capogiro. ‘The Four Horsemen’ e ‘Seek & Destroy’ diventano degli inni, ‘Whiplash’ e ‘Metal Militia’ sono le killer tracks più sparate, ma ogni pezzo merita un headbanging forsennato. Ride the Lightning presenta l’evoluzione della band: ai brani velocissimi in stile Kill’Em All come 'Fight Fire With Fire' e 'Trapped under Ice' si alternano macigni cadenzati come 'For Whom The bell Tolls', riff esagerati e trame complesse come quelle della titletrack, la prima meravigliosa lenta in crescendo ['Fade To Black'], una magistrale strumentale ed il capolavoro marziale ‘Creeping Death’. Più maturo anche nei testi. Master of Puppets é il capolavoro assoluto, la maturazione definitiva, l’album imprescindibile dell’heavy metal: i Metallica accentuano la propria cupezza, aumentano le velocità e si fanno possenti e quadrati come non mai, risultando terremotanti. Si incomincia con una title track imponente per crudezza ed esaltante per le tre parti, con riffing thrash in avvio e conclusione, un'atmosfera melodica ed un splendido assolo nel mezzo ed una ripartanza devastante, con un secondo assolo al fulmicotone. Il thrash metal tellurico e velocissimo esplide in ‘Battery’, ‘Disposable Heroes’ e ‘Damage Inc’, mentre un drammatico episodio lento-forte come ‘Welcome Home Sanitarium’, il capolavoro strumentale di Burton [l'intricata ‘Orion’] ed il macigno ossessivo di ‘The Thing That Should Not Be’ completano l'opera. And Justice For All é l’apice della tecnica e il capitolo più compatto, potente: pezzi lunghissimi, come la title track, ed elaborati, ricchi di riff e cambi di tempo. Il thrash implacabile è infuocato in ‘Blackened’, 'Shortest Straw', 'Frayend End of Sanity' e ‘Dyers Eve’, le emozioni invece si fanno da pelle d’oca nella monumentale lenta ‘One’ e nella strumentale ‘To Live Is To Die’, in ricordo i Cliff Burton; la titletrack assembla nove minuti di genio, riff in quantità industriale, cambi di direzione ed una tecnica sopraffina. Metallica é l’album del trionfo commerciale: forte di ritornelli facili, melodie più diette e pezzi lineari tutt’altro che intricati, spopola e diventa un hit non sempre gradito dai fans di vecchia data. Le hit: l’energica ‘Enter Sandman’, la cadenzata ‘Sad But True’, le lente ‘Nothing Else Matters’ e ‘the Unforgiven’, la melodica ‘Wherever I May Roam’.

5. STATUS QUO. Oggi i Metallica sono decisamente tornati una band rispettata a degnamente tributata per la grande musica sfornata fino a inizi anni novanta: sono sotterrati gli anni bui dell’hardrock commerciale, del look da popstar e dei problemi interni. La band ora è tornata compatta e ormai da 5-6 anni in sede live si propone con energia e risultati ottimi, garantendo sempre un perfetto viaggio nei classici del passato. I loro capolavori vengono riscoperti e ascoltati quotidianamente, sono un punto di riferimento storico fondamentale e restano basilari nel background di ogni metallaro degno di tale nome. Inoltre i Metallica non si fermano alla loro leggenda, ma con ‘Death Magnetic’ hanno garantito di saperci ancora fare e poter ancora dire qualcosa di interessante alla gente. Il disco ha suscitato anche qualche parere contrario, come é ovvio che sia, ma rispetto al passato recente c'é la sensazione che più nulla possa scalfire l'alone di leggenda acquisito negli eighties: i Metallcia sono su un piedistallo, e hanno contribuito a scrivere pagine memorabili di musica dura. La partecipazione al Big Four of Thrash e le loro scalette live, sempre incentrate sui classici ottantiani, confermano la ricchezza del proprio repertorio ed incoronano il loro passato glorioso. A conti fatti, pochi dei big storici sono rimasti ai livelli dell'epoca d'oro: la maggior parte della band che hanno fatto la storia si limitano a riproporre live le canzoni che li hanno resi immortali, mentre in studio gli album che vengono pubblicati aggiungono poco al loro palmarès. Si tratta di ottimi album, ma certamente non al livello dei masterpieces: si lasciano ascoltare, esaltano, ma alla fine si continueranno ad ascoltare Master of puppets. The Number of the Beast, Painkiller o Peace Sells. Criticare o dare addosso ai grandi vecchi del metal é un'operazione priva di senso: se non si accetta che l'avanzare dell'età e l'accuirsi della vena creativa implichi un ribasso qualitativo, si può tranquillamente ascoltare altro, rispettando invece chi ama poterli vedere ancora dal vivo, certi 'dinosauri'. Si sente spesso dire in giro che la tecnica non è tutto: appunto, e allora perché sottolineare ad ogni concerto piccoli errori o sbavature, quando l'impatto ed il feeling trasmesso rendono l'esperienza molto più esaltante di un live show stilisticamente perfetto ma incapace di scatenare le emozioni che soltanto i Maestri sanno trasmettere?

6 RIPARTENZA. Dopo ‘Load’ e ‘Reload’ la carriera dei Metallica ha sfiorato il ridicolo. I problemi interni si sono sommati alle proteste inferocite dei fans. Pur essendo discreti album di hardrock, erano troppo lontani da quello che il Metallica-sound era diventato nel tempo, rappresentando un abbandono non solo dei canoni thrash ma addirittura delle caratteristiche tipiche dell'heavy metal. Hetfield è sprofondato nell’alcoolismo e ne è uscito brillantemente a inizio 2000, mentre la band sceglieva di videoregistrare in un dvd le liti e i processi compositivi per la creazione di St.Anger: uno sfogo in diretta mondiale, una terapia psicologica che ha svelato la vera natura delle persone che compongono la band. L’addio di Newsted aveva portato nuovi attriti e polemiche, la band si è però compattata sfogando i propri malumori in St. Anger. Ha ritrovato la voglia di suonare on stage, l’antico feeling tra Ulrich ed Hetfield é rifiorito e l’affetto familiare ha fornito un pò di serenità a questi eterni figli del caos. Finiti i tempi dei tourbus, infatti, i musicisti dopo ogni concerto volano in diverse metropoli del continente in cui si trovano per staccare la spina per qualche ora e dedicarsi a mogli e figli.

7. LINE UP. Chiedersi quale sia stata la migliore formazione di sempre é una domanda banale: il genio assurdo di Cliff Burton resta inarrivabile per chiunque, ed ha contribuito a segnare gli anni migliori di questa band. Considerato che Hetfield, Ulrich e Hammett sono rimasti membri fissi dal debut studio ad oggi, il ruolo di bassista diventa l’unità di misura per giudicare il livello delle varie formazioni. Chiarito che i Metallica degli anni ottanta, con Burton all’ascia, erano inarrivabili per chiunque, resta da stabilire chi sia meglio tra Jason Newsted e il suo successore Robert Trujillo. La sfida, a giudizio di molti, è vinta dal primo: troppo metallaro ed estremo il suo animo per cedere punti alla spettacolarità scenica di Trujillo. Pochi lo sanno, ma Jason –tartassato di scherzi pessimi a suo ingresso nella band, come sfogo della perdita di Burton- si oppose alla caduta nel commerciale intrapresa dal combo americano negli anni ’90. Purtroppo non ha mai avuto grossa voce in capitolo, ed ha pagato con l’addio la sua voglia di rimanere ancorati allo stile che tanto aveva amato da grandissimo fan dei Metallica qual’era stato fin dai tempi dei Flotsam & Jetsam. Non mancano i fans estremisti che continuano ad indicare nella primissima incarnazione vera e propria dei Metallica -Hetfield, Ulrich, Mustaine, Burton- il miglior assortimento di genio e sregolatezza, ma rimane una line-up durato lo spazio di pochi concerti e che, se pur capace di porre i semi primigeni da cui nascerà Kill'Em All, non é considerabile ufficiale a tutti gli effetti.

8. CARTE VINCENTI. Sono tanti i segreti dei Metallica, primo tra tutti il mix perfetto tra l’aggressività rapida dei thrashers from Bay Area e la melodia dell’heavy metal maideniano. Ritmiche serrate, musica incredibile sulla quale si distendono incastrandosi magnificamente rabbia, furia, ritornelli esaltanti e ogni quant’altra componente di splendore di cui una grande canzone ha bisogno. Inoltre la citata varietà dei temi trattati, capaci di avvicinare la band alle vicende che ogni giorno scottano sulla pelle della gente comune. Negli anni ottanta, prima dell'arrivo di Kill'Em All, la scena era abituata ad un sound aggressivo ma non ancora così veloce: c'erano gli Iron Maiden ed i Judas Priest, ma la violenza sonora era un gradino inferiore rispetto a quello che verrà proposto dai nostri. per cercare un pò di estremismo bisognava indirizzarsi verso i dischi dei venom, ma il loro approccio scarno ed ignorante era del tutto dozzinale: la classe e la tecnica con la quale i Metallica modelleranno a loro piacimento il thrash ottantiano é di tutt'altro pianeta. Con Ride the Lightning, Master of Puppets e Justice, i quattro californiani sanciranno una netta differenza tra il thrash caotico e rozzo di tante band minori e quello stratificato e maestoso dei grandi nomi, dando alla propria musica un reale valore specifico, tecnico, che pur essendo perfetto nell'esecuzione e nell'arrangiamento non eprdeva un decimo di rabbia, violenza e velocità. Anche l’abbracciare un sound più ‘semplice’ ha garantito un ricambio generazionale e una maggior longevità artistica ai Metallica.

9. DISCOGRAFIA IN STUDIO. 1983 KILL'EM ALL 1984 RIDE THE LIGHTNING 1986 MASTER OF PUPPETS 1988 ...AND JUSTICE FOR ALL 1991 METALLICA 1996 LOAD 1997 RELOAD 2003 ST. ANGER 2008 DEATH MAGNETIC. Discografia commentata. 1983 Kill'Em All: I Metallica debuttano nel 1983, di fatto iniziando il thrash metal. Un disco grezzo, velocissimo e innovativo che è un vero cazzotto nei denti! riff orgasmici a rincorrersi, assoli contorcenti e abrasivi, ritornelli da urlare in coro: la Bay Area esplode le sue micce più frenetiche. 1984 Ride The Lightning: Dopo il violentissimo Kill'Em All, i Metallica tornano a colpire con un lavoro più tecnico e maturo. Ride The Lightning è l'evoluzione naturale della band, un viaggio all'interno delle sofferenze umane sempre a folli ritmi thrash, ma più ragionati ed elaborati. 1986 Master Of Puppets: 'Master Of Puppets' passa alla leggenda senza fermarsi dalla storia. Il disco è un'enciclopedia concentrata di metallo rovente, un'opera completa e piena di sfaccettature lirico-musicali. La potenza tellurica e la cupezza dei toni la fanno da padrone: la velocità thrash riveste ancora un ruolo fondamentale e si sposa terribilmente bene con le strutture sempre più complesse e travolgenti della band californiana. 1988 And Justice for All: Dopo Master Of Puppets, i Metallica colpiscono con un album potente e di livello tecnico elevatissimo. Attaccando il sistema. 1991 Metallica: I quattro cavalieri abbandonano il thrash frenetico, cupo e potente da loro stessi generato e ripiegano su soluzioni tecniche semplificate. Queste sonorità portano a canzoni dirette e più commerciabili. 1996 Load: I Metallica abbandonano il thrash e l'heavy per gettarsi in un hardrock malinconico con venature country e blues. La nuova dimensione della band delude i fans. 1997 Reload: Il dopo Load è un altro Load: i Metallica che suonano un hard rock-blues che non soddisfa affatto i fans tradizionali dei quattro cavalieri. 2003 St.Anger: Dopo gli esperimenti rock & blues di Load e Reload, e la riabilitazione di James Hetfield, i Metallica tornano con un disco più aggressivo ma ancora deludente per il sound e le caratteristiche quasi groove-nu metal. 2008 Death Magnetic: Il ritorno dei Metallica al thrash degli esordi è un album potente e veloce che riporta i consensi tra i fans dei quattro cavalieri.

10. DISCOGRAFIA LIVE. 1993 LIVE SHIT: Binge & Purge, 1999 S&M. Metallica, un ensemble leggendario che Live Shit: Binge & Purge fotografa all'apice della sua forma, fisica e artistica, che dopo aver egemonizzato il trono dell'hard'n'heavy ottantiano con dischi mastodontici quali Master Of puppets e Kill'Em All, si cimenta ora in una sfida ancor più ostica: portare la potenza nelle case di tutti, missione compiuta con l'esplosione patinata del Black Album, pietra della discordia tra fans vecchi e nuovi ma, innegabilmente, prodotto immortale per longevità e impatto socio-mediatico. Metallica aveva chiuso il cerchio del primo, strepitoso decennio dei Four Horsemen, ultimo di cinque dischi stellari; forti di un repertorio ormai sconfinato, i quattro di Frisco erano partiti per un tour ai quattro angoli del globo davvero estenuante, iniziato come 'Wherever We May Roam Tour' (138 date tra ottobre '91 e luglio '92) e terminato come 'Nowhere Else To Roam Tour' (77 date da gennaio a luglio 1993), dopo altre 26 esibizioni al fianco dei Guns'N'Roses tra luglio e ottobre 1992. Infaticabili ed insaziabili, James Hetfield e Lars Ulrich non persero tempo e, appena giunto il momento del meritato riposo, si misero a visionare quintali di videocassette e filmati assortiti di quell'enorme spedizione rockettara che aveva scatenato folle oceaniche, al fine di creare un documentario che tramandasse ai posteri la spettacolare magniloquenza di quella macchina da guerra che erano i Metallica all'apice del connubio tra l'ira scattante e thrashy degli anni ottanta e la teatrale immediatezza dell'era-Black Album.

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