1.
Chi sono i Judas Priest? I Judas Priest sono l’incarnazione primitiva e più genuina dell’heavy metal. I Black Sabbath, pur avendo originato di fatto il nuovo genere musicale, restano più legati all’hardrock e ad un sound di forma precostituzionale. I Judas Priest, invece, sono i veri padri dell’heavy metal, avendolo plasmato nella sua forma aggressiva, possente, tecnica e iconografica. Il vecchio hardrock assumeva una proporzione sempre più grande e veloce, diventava ora una vera e propria milizia: l’heavy metal, il popolo del cuoio e degli headbangers. Tutto deriva dai Priest, compreso il look con borchie e catene, intuizione del singer Rob Halford. Gli assoli al fulmicotone e i riff poderosi della coppia di chitarre KK Downing-Glenn Tipton dava alla band un’eplosività cristallina e debordante, davvero fuori dagli schemi per gli anni ’70. Il tutto arricchito dagli acuti prodigiosi di Halford. Per due decenni i Priest hanno forgiato nel metallo degli album capolavoro che sono tuttoggi dei pilastri del genere, elevandosi al rango di divinità immortali e leggendarie dell’heavy rock, dei veri mostri sacri viventi.

2. Quali sono le tappe fondamentali della loro carriera? Inglesi, provenienti da Birmingham, i Judas Priest esordiscono con un look hippy e il sound progressivo di ‘Rocka Rolla’ (1974): la musica, in tutti i sensi, cambia presto. Con una serie di album di rock poderoso –‘Sin After Sinner’, ‘Sad Wings Of Destiny’, ‘Stained Class’, ‘Killing Machine’- i Preti di Giuda danno la prima idea di heavy metal alle masse, ponendo le basi del genere. Ormai caratterizzati da un look di pelle nera, borchie, catene e Harley Davidson, i Priest fanno leggenda nel 1980 con ‘British Steel’, acciaio allo stato puro. ‘Point Of Entry’, breve esperimento più semplice, è lo stacco che permette il crescere dell’attesa per il mastodontico ‘Screaming For Vegeance’, un altro peso massimo nei colossi del metal, che resta per anni il capolavoro della band. Anche il successivo ‘Defenders Of The Faith’ è qualcosa di disumanamente spettacolare, praticamente il terzo macigno di heavy metal viscerale e rovente. Con 6 album già seminali e storici più il debut, i Priest si concedono qualche anno di pausa dandosi al glam metal tanto in voga (‘Turbo’) e cercando di tornare alla magia degli anni d’oro (‘Ram It Down’), operazione che riesce con il masterpiece assoluto, datato 1990: ‘Painkiller’, la leggenda metallizzata. Grandiosi come mai, i Priest scoppiano e si dividono però da Halford. Col successore ‘Ripper’ Owens esce un potente album di thrash metal (‘Jugulator’, 1997) e il meno riuscito ‘Demolition’; ma i fans chiedono a gran voce il ritorno di Halford, ‘The MetalGod’, che avviene con l’uscita del classico ‘Angel Of Retribution’ (2005). L’ultimo capitolo si chiama ‘Nostradamus’ (2008) ed è un concept dal sapore meno metallico ma più sinfonico, epico e operistico.

3. Chi è il leader della band? Robert Halford, basta l’aggettivo: MetalGod. Cantante dalle doti vocali straordinarie –irraggiungibili i suoi acuti e i suoi cambi di tonalità- Halford è stato un’icona, da subito, del metallo pesante. Ha inventato il look di cuoio, borchie e catene bazzicando nei sexy shop ed è diventato celebre per le sue apparizioni sui palchi di tutto il mondo a cavallo di una rombante harley davidson. Ha anche sfatato parecchi tabù, rivelando a fine anni ’90 la sua omossesualità. Dotato di un grande carisma ma sempre rimanendo una persona semplice e di buoni valori, Halford ha guidato al successo i Preti di Giuda: gli epocali e seminali ‘British Steel’, ‘Screaming For Vegeance’ e ‘Defenders Of The Faith’ sono stati integrati nel 1990 dal mitico ‘Painkiller’, in cui Rob supera anche se stesso. Dopo questo masterpiece, Rob abbandona i Priest: si vocifera ogni genere di ipotesi per giustificare ciò, dai rapporti non più idilliaci tra i componenti della band alla voglia di trovare nuovi stimoli da solista; però Rob non decolla, né con i Two né con i Fight né con gli Halford. Idem i Priest col sostituto Owens: inevitabile il ritorno in pompa magna del MetalGod ai piedi del colosso ammalato, che rinasce e riacquista tutto l’antico splendore. I fans in delirio applaudono la definitiva consacrazione a icone dei Judas Priest.

4. Quali sono i capolavori assoluti della band? Ce ne sono tanti, tantissimi: da ‘Sad Wings Of Destiny’ a ‘Painkiller’, i Priest hanno posto le basi dell’heavy metal, lo hanno evoluto, irrobustito, melodicizzato, di nuovo indurito e infine portato a livelli di compattezza, precisione ed enfasi tellurica. Lo hanno creato, fatto, disfatto e rifatto a loro piacimento. I capitoli più strepitosi della loro immensa discografia restano però ‘British Steel’, una dichiarazione di intenti già dal titolo, il leggendario ‘Screaming For Vegeance’, l’altrettanto eloquente ‘Defenders Of The faith’ e il monumentale ‘Painkiller’, terremotante orgia di metallo colante allo stato puro: ascoltare tutta la produzione priestiana non è obbligo, è dogma; conoscere questi quattro pilastri lo è ancora di più.

5. Cosa rappresentano i JP nella scena metal mondiale? Oggi e in particolare dal ritorno di Halford, i Priest stanno riscuotendo tutti i tributi e i riconoscimenti che la loro leggenda ha sempre meritato. Non hanno più nulla da dimostrare e possono sbizzarrirsi con progetti insoliti come ‘Nostradamus’. Sono delle icone da venerare, dei miti in carne ed ossa attorno ai quali splende un’alone di grandiosità. Essendo i padri dell’heavy metal moderno, godono della stima incondizionata di ogni metalhead che si rispetti. Grandi lo sono stati da subito: il tempo ha conferito ai grandi dischi degli Eighties un valore ancora più fondamentale e mitologico.

6. Come hanno affrontato il periodo senza Halford? ‘Ripper’ Owens era stato annunciato come cantante dalle doti vocali immense: fan sfegatato della band scoperto da Tipton e Doping in una coverband dei Priest, Owens si rivela un ottimo singer, capace di reggere la pesante eredità di Halford. ‘Jugulator’ è un ottimo album, potentissimo, ma porta i Priest nel thrash metal: i fans ne restano per lo più delusi, ma il disco è strepitoso. Meno efficace ‘Demolition’: pur se bravo, Owens è stato schiacciato dal peso di un Halford sempre presente all’orizzonte, nei cuori dei fans e nei titoli dei giornali, che hanno parlato di reunion ancor prima dell’addio del MetalGod, preannunciando una fuga e ritorno del singer tradizionale.

7. Quali sono i segreti del loro successo? Come è caratteristica anche degli Iron Maiden, l’enorme vivacità, potenza e melodia delle canzoni ha permesso ai Priest di riscuotere tanti consensi. L’energia e il senso di orgoglio e appartenenza che sanno scatenare è unico, e non perde efficacia –grazie alla melodia, ai ritornelli semplici ma grandiosi- nei confronti dei meno propensi a sonorità più toste. Il sound priestiano è terribilmente metallicizzato dal chitarrismo al fulmicotone di KK Downing e Glenn Tipton: i loro rfif liquidi e cristallini, i loro funambolismi allucinanti e la loro velocità mai scissa da una melodia incantevole hanno reso il suono della band praticamente inconfondibile. Una tecnica da Maestri, quella delle due asce inglesi. Senza poi spingersi all’elogio sperticato per la voce acuminata di MetalGod Halford: capace di qualsiasi evoluzione, anche la più scavezzacollo. Un timbro squillante su una colata di metallo purissimo, d.o.c. al 666%!

8. Quanto valgono i Priest oggi? Se la voce di Halford perde colpi, com’è naturale, l’efficacia e la bravura degli altri Priest permette alla band di essere ancora se stessa, ancora dura, ancora travolgente, spettacolare, e per sempre immortale. Lo stesso Halford, pur non sfoderando gli acuti disarmanti degli anni d’oro, ha imparato ad adeguare all’età le sue doti, cantando con una tecnica che gli permette comunque una figura più che dignitosa sul palco. Il MetalGod non si sconfigge facilmente, è più forte della carta d’identità!

9. Discografia in studio. 1974 ROCKA ROLLA 1976 SAD WINGS OF DESTINY 1977 SIN AFTER SIN 1978 STAINED CLASS 1979 KILLING MACHINE 1980 BRITISH STEEL 1981 POINT of ENTRY 1982 SCREAMING FOR VEGEANCE 1984 DEFENDERS OF THE FAITH 1986 TURBO 1988 RAM IT DOWN 1990 PAINKILLER 1997 JUGULATOR 2001 DEMOLITION 2005 ANGEL of RETRIBUTION 2008 NOSTRADAMUS

10. Discografia live. 1975 - Live at Reading Festival// 1979 - Unleashed in the East// 1980 - Admit One// 1987 - Priest...Live!// 1998 - '98 Live Meltdown// 2002 - Live in London// 2005 - live in japan// 2009 - A Touch Of Evil: Live.

Nessun commento: